Mafia Capitale è pura complessità sociale: un sistema che ha saputo rispolverare i relitti della dissolta Banda della Magliana per incrementare la sua aura intimidatrice, dando vita a un modello ibrido alimentato da tele illecite, fra semplice delinquenza di strada e mafia dei colletti bianchi, fra intelligenza politica e puro crimine organizzato.
[...]
In questo la realtà romana ha vestito i panni del paradosso: una mafia nuova in una mafia vetusta e ignorata nelle proprie reali potenzialità, collocatasi in un mondo di mezzo senza definirsi né altolocata né banditesca. A voler innestare metafora su metafora, Mafia Capitale è una sorta di “fiume carsico, che origina nella terra di mezzo, luogo nel quale costruisce la sua ragion d’essere e dal quale trae la sua forza, che emerge in larghi tratti del mondo di sopra, inquinandolo, per poi reimmergersi…”