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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento14/06/2023
QUEL MALEDETTO VRONSKIJ
"I cambiamenti portano altri cambiamenti e alla fine ci si trova cambiati anche continuando la solita vita di sempre". Ho terminato il libro, finalista @premiostrega 2022, con un groppo in gola. Una lettura partita "in sordina" e cresciuta pagina dopo pagina. Mi ha assorbita con la sua tenerezza, il suo incedere lento e malinconico attraverso la vita di una coppia, Giulia e Giovanni, alle prese con uno sgradito sconosciuto, quel fetente di un Vronskij che, purtroppo, può irrompere nella vita di tutti noi. Scomparire nel nulla, senza una parola, sembra per Giulia la soluzione migliore per affrontare un momento di stanchezza mentre Giovanni, macerato dalla gelosia pensando di essere stato abbandonato per un amante immaginario, si chiude nella sua tipografia con l'intento di creare una copia del capolavoro russo (che a questo punto devo assolutamente recuperare!), come ultimo pegno d'amore. Poi, improvviso (come la scomparsa) il ritorno di Giulia. Ho molto apprezzato la delicatezza nel raccontare una quotidianita' fatta di piccole abitudini che fanno sentire a casa, danno la sicurezza del ritrovare e ritrovarsi. Quel rituale di gesti: il suono dell'acqua, il rumore dei piatti e dei bicchieri, un bacio volante prima di iniziare la giornata. Una normalità apparente più forte di tutto (anche delle parole) per esorcizzare il male e la paura. Perché "certe volte abbiamo così tanto da dirci da non riuscire a dire nulla". Mi ha coinvolta l'entusiasmo nel progettare una nuova vita, fatta di cose semplici, essenziali. Una casa in montagna, passeggiate nella natura, un giardino da coltivare. E che bello questo amore, pieno di desiderio e di attenzione nel prendersi cura l'uno dell'altra. Un viaggio alla ricerca di un equilibrio e di una felicità "che viaggia a corrente alternata, quella cosa leggera e sottile che se la chiami con il suo nome scompare".Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento20/07/2022
Lo Strega premia la quasi noia
L' intervista all'autore la sera della finale del Premio mi ha spinto alla lettura del libro. La prima parte, dedicata alla sorpresa ed allo spaesamento di Giovanni per l'allontanamento della moglie, anche se lenta, può coinvolgere il lettore, nell'attesa e nella curiosità degli sviluppi successivi, anche se non più di tanto. La seconda parte invece l'ho trovata abbastanza monotona, nella continua descrizione della coppia felice e perfetta, anche se intervallata da un tentato suicidio non emozionante. Quindi un po' noiosetto nella narrazione, nonostante la storia proposta e la buona idea dell'identificazione in Vronskij dell'amante prima e della morte poi. Ed anche quella dell'edizione speciale di Anna Karenina.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento06/07/2022
Due solitudini, un grande amore
Che dire di questo nuovo romanzo di Piersanti, finalista al premio Strega 2022? Appunto che è un classico finalista di questo premio, con buone probabiità di finire almeno sul podio. E' la storia di un uomo che ama immensamente la propria moglie, in modo quasi idealistico, e quando lei scompare per oltre un anno in seguito ad una crisi esistenziale dovuta ad una malattia, quasi impazzisce, salvo poi rinsavire quando lei ricompare. E da lì inizia un'altra storia, la storia della loro vita, che avrà l'esito che tutte le vite hanno. Ci sono momenti estremamente riusciti e in generale Piersanti scrive in modo da "acchiappare" il lettore, però a mio modesto parere al romanzo sarebbe giovata una maggiore asciuttezza. E, con l'eccezione del sodale di Giovanni, non ci sono altri personaggi di rilievo nella storia. E questo vedere tutto con gli occhi del protagonista, anche l'invenzione di un fantomatico amante mutuato dalla Karenina di Dostoevskji, nuoce alla fine all'impianto del romanzo.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento29/06/2022
Apprezzabile
Giovanni ha una vita piuttosto tranquilla, per non dire monotona. È stato licenziato in tronco qualche anno prima, ma si è “reinventato” un nuovo mestiere come tipografo. Sua moglie Giulia ha superato un momento difficile, una malattia che li ha preoccupati entrambi. La loro figlia, la “Piccola”, vive ormai all’estero da un po’. La sua esistenza è scossa dall’improvvisa scomparsa di Giulia che lascia dietro di sé solo un biglietto in cui scrive di essere stanca e lo prega di non cercarla. Giovanni rispetta tale richiesta e prosegue a vivere, circondato dall’affetto dell’amico Gino e della cugina Bruna. Trascorre i suoi giorni ed intanto nella sua mente si insinua il sospetto che “un maledetto Vronskij” gli abbia portato via la moglie, che Giulia sia fuggita con un amante, sospetto confermato dal libro che lei teneva sul comodino ed aveva terminato di leggere. Alcuni cambiamenti nella vita di Giovanni ci sono, come il trasferimento da una casa ormai vuota e quasi ostile nella sua tipografia, un luogo “vivo”, dove inizia a copiare ed impaginare una copia unica di “Anna Karenina” da donare a Giulia, prima o poi. Un giorno improvvisamente sua moglie ricompare e gli chiede di poter tornare a casa. Alla fine il “maledetto V.” prenderà per così dire corpo e anima: a Giulia ci vorrà del tempo per spiegare il motivo del suo allontanamento che non è certo un amante, ma la paura di riammalarsi, la paura di morire, che addirittura l’ha quasi spinta al suicidio, proprio come Anna Karenina. Da quel momento la vita di entrambi riprenderà ed andrà avanti per anni. I due saranno più uniti di prima in una nuova vita. Giovanni venderà a un buon prezzo la tipografia e si trasferiranno nella casa di montagna fino a quando l’ombra de “il maledetto V.”, la morte appunto, tornerà ad infilarsi nelle loro vite, a prendersi Giulia e poi, dopo qualche tempo, a spegnere anche Giovanni. La scrittura è scorrevole e la lettura piacevole, ma la trama è piuttosto esile, per non dire “diafana”. La motivazione che Giovanni si dà per la sparizione di Giulia è poco razionale e piuttosto ingenua: egli crede che abbia un amante invece di pensare ad un momento di chiara difficoltà della moglie che ha appena superato una difficile malattia, una malattia - quella di Giulia - che non si supera mai del tutto e che bisogna invece sorvegliare e combattere ogni giorno… La vita di Giovanni e Giulia inoltre, quando si ritrovano, appare priva di ombre, dubbi, problemi, simile a quella dei “fidanzatini di Peynet” senza che la vicenda si arricchisca di snodi o eventi significativi. A volte alcuni passaggi temporali sono piuttosto veloci, soprattutto nella seconda parte. Inoltre alcuni personaggi sono delineati in maniera un po’ didascalica: la “Piccola” non partecipa quasi alle vicende dei genitori e riveste un ruolo di comparsa davvero poco significativo.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento01/05/2022
Candidato Premio Strega 2022
Il titolo si riferisce all’amante di Anna Karenina protagonista dell’omonimo romanzo di Tolstoj. Il personaggio viene citato da Claudio Piersanti, anche per descrivere il sentimento cieco e soffocante della gelosia, capace di agitare fantasmi reali o meno che siano. “Quel maledetto Vronskij” è un romanzo d’amore, una storia come tante, senza lode e senza infamia, ma non per il soggetto in sé, quanto per come è resa. Nella maggior parte del libro non succede nulla di eclatante e quando invece verso la fine accade qualcosa di veramente significativo, la rivelazione viene dichiarata con un’immediatezza che, sinceramente stona in un contesto letterario. La scrittura che talora presenta ripetizioni di uno stesso termine a distanza troppo ravvicinata, pare a tratti un po’ ingenua, poco letteraria, specie nei dialoghi “Era accanto a Giulia e quando tornò a sedersi le accarezzò la mano che, lo sapeva, avrebbe trovato pronta.” pag. 170. Inoltre, credo che quando si descrive la quotidianità così a lungo, bisogna tradurla in poesia (e non è sufficiente il tentativo), altrimenti diventa una cronaca.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
6 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento20/04/2022
Occasione mancata
La storia c'è ma lo stile è piatto come l'elettroencefalogramma del protagonista. Interessante l'intreccio e le analogie con Anna Karenina, ma c'erano tutte le premesse per fare di meglio.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
13 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento18/04/2022
Il peggior terzo incomodo
Una coppia di mezza età, dalla vita tranquilla: Giovanni ha una tipografia, che ha aperto dopo esser stato licenziato dal giornale in cui lavorava; stampa volantini, tesi di laurea, è un uomo gentile, fin troppo gentile (secondo lui, che ha una scarsissima considerazione di sé, e non perde occasione per sminuirsi). Giulia è una segretaria di direzione, colta, ama leggere. Hanno una figlia adulta, che vive in Germania. Nel loro tran tran irrompe la malattia, Giulia sta male, viene operata, sembra che stia meglio, ma poi, all'improvviso, sparisce. Giovanni si sente perso, e decide di ricopiare e stampare per Giulia un'edizione bellissima di uno dei libri che lei ama maggiormente, Anna Karenina, e mentre compone, riga per riga, tutto il romanzo, si immedesima nei personaggi, e Vronskij diventa il suo rivale, colui che Giulia, andando via, ha raggiunto. Ma la realtà è decisamente diversa. Il racconto prosegue, anche se in maniera poco equilibrata, perché nella seconda parte del libro la storia procede decisamente con un ritmo un po' troppo di corsa rispetto alla prima parte. E' comunque un romanzo di una delicatezza esemplare, una scrittura fluida, tranquilla, non banale.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato