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0 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento05/09/2024
Che scrittura!
Bello e scritto in modo veramente piacevole. La trama è basilare ma non è la cosa fondamentale di questo romanzo , scritto così bene che è un piacere leggerlo, per cullarsi nel suono delle parole e delle frasi , come su un amaca, che dondola ma non strattona. ConsigliatoHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento09/07/2021
I resti di una vita sprecata
È un romanzo spietato il libro di Kazuo Ishiguro, scritto in prima persona dal maggiordomo James Stevens. Il romanzo, infatti, inizia con la domanda, autoreferenziale, a dire il vero, su che cosa faccia grande un maggiordomo e si conclude, quando la malia del padrone, Lord Darlington, è andata in frantumi, sconfitta dalla storia, con la constatazione del proprio fallimento per essersi fidato della persona sbagliata. Di più: di non aver vissuto una vita propria. Il signor Stevens, all’inizio del libro, intende confutare gli assunti della rivista “Hayes Society”, secondo la quale la grandezza del maggiordomo dipenda dalla casata presso la quale svolge il proprio servizio. Tanto più illustre la casata, tanto più grande il maggiordomo. Così come intende contestare il concetto di “dignità” proposto in termini passivi dalla rivista stessa. La dignità, per il signor Stevens, è quel “quid”, frutto di esperienze, conoscenze e studio, che pone il maggiordomo all’altezza della posizione che occupa. Le decisioni prese dai grandi uomini, nel ristretto dei propri circoli o palazzi, sono favorite dal servizio impeccabile del maggiordomo e del suo numeroso staff. Per poter offrire un tale servizio è necessario seguire un codice “morale” secondo il quale i piedi doloranti del delegato francese, per esempio, sono più importanti della morte del padre del protagonista. O soprassedere sul licenziamento di due cameriere ebree. Il signor Stevens non ha mai capito, e continua a non capire, la realtà. E non ha mai capito nemmeno i sentimenti della governante, Sally Kenton, che vorrebbe riportare a Darlington Hall, la quale non ha nessuna intenzione di ritornare né l’ha mai avuta, perché ritiene di poter vivere la propria vita con suo marito, che ora ama, in attesa di diventare presto nonna. Le vicende narrate nel libro si svolgono in un arco di tempo molto lungo (all’incirca tra il 1923 e il 1956) ma si compiono tutte nel palazzo di Darlington Hall di proprietà di lord Darlington, un pericoloso dilettante filo nazista. Darlington Hall, infatti, è un luogo claustrofobico e ossessionante. Un luogo morto oramai, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma all’interno del quale il signor Stevens intende vivere quel che resta del suo giorno. Il nuovo compito, ora, sarà quello di esercitarsi nello scambio di battute spiritose così importanti per il nuovo padrone americano. La conclusione è talmente spiazzante da lasciare il lettore senza fiato.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento17/07/2020
film o libro?
Ho amato molto il film e, recentemente, ho deciso di leggere il libro, forte del fatto che è sempre meglio la carta della resa cinematografica. In questo caso, però, devo dire che il cinema riesce a rendere atmosfere e sentimenti (anche quelli repressi) in modo magistrale. Il libro forse risulta un po' troppo lento (nel film sopperisce a questo la magnifica fotografia) e in alcuni punti noioso per chi già conosce la storia. Il mio consiglio a chi non conosce né l'uno né l'altro, è quindi di leggere prima il romanzo e poi vedere il film. Non si resterà delusi, anzi, avendo letto il testo si apprezzerà ancora di più la versione cinematografica.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato