Lo considerano uno dei migliori scritti sul Vietnam. Sicuramente è uno spaccato di vita, non è un romanzo nè uno dei soliti racconti dei reduci. Più che altro un'introspezione, una serie di riflessioni, pensieri, considerazioni sulla guerra del Vietnam vista con gli occhi di un ragazzo che, come tanti, riceve la famigerata cartolina e viene dilaniato dal dover scegliere tra partire e mantenere la propria reputazione o fuggire oltreconfine e perdere per sempre la stima e il rispetto della sua famiglia. Quello che probabilmente aggiunge valore al testo è che a scriverlo è uno scrittore, uno scrittore vero, che analizza, descrive e approfondisce senza indugiare su particolari "splatter" se non per descrivere quel confine sottile tra follia e fredda accettazione di ciò che ti circonda. Uno sguardo netto e lucido in un caleidoscopio di storie, luoghi, eventi di guerra e non, personaggi di contorno e protagonisti, tutti accomunati, per pochi giorni o per mesi da una delle esperienze belliche più atroci per l'America di quegli anni.