'Quanta stella c'è nel cielo' è il primo verso di una ballata del giovane Petöfi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra le poche cose che Anita, non ha ancora sedicenne, sopravvissuta ai campi, bella, sensibile, che le prove della vita hanno tatuato nell'anima, porta con sè.
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Sta fuggendo da un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia, Monika e Eli, il cognato di Monika, è venuto a prenderla al confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritroverà clandestina. Ma a Eli non interessa altro che il suo corpo e, già sul treno affollato, inizia a insidiarla in un gioco cinico e crudele. Nel romanzo è il racconto di come si possa tornare dalla morte alla vita e di come, a volte, il cammino per ritrovare la speranza possa seguire trame imprevedibili. Protagonista intorno ad Anita è un'umanità dolente e alla ricerca di una nuova esistenza: chi vuol dimenticare, chi vuole ricordare, chi mette radici, chi si imbarca per la terra promessa, chi vuole rifiutare per sempre ogni violenza... è la storia di un'epoca cruciale del dopoguerra con fermenti, speranze, forza, fragilità di chi vuole una rinascita.
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