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Proletkult

Wu Ming

Giulio Einaudi editore 2018

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Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo. [...]
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Morena Terraschi

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    21/11/2019
      

    Come spesso succede nei romanzi dei Wu Ming personaggi veri e immaginari si mescolano, mentre i fatti storici vengono presentati da una prospettiva laterale, con una visione sguincia e poco ortodossa. Siamo in Unione Sovietica, nel decennale della Rivoluzione, qualche anno prima che Stalin cominciasse l'eliminazione sistematica dei propri oppositori ma già ne sono emersi i primi sintomi. Al centro del romanzo troviamo Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, il cui vero cognome era Malinovskij: politico, filosofo, economista, scrittore e medico. Ha fondato una scuola proletaria, ha avuto una accesa polemica con Lenin riguardo l'interpretazione del pensiero marxista, ha scritto un libro di fantascienza "Stella rossa" ambientato su Marte, alla vigilia del decennale dirige un istituto specializzato in trasfusioni di sangue. Muore nel 1928 in seguito ad una trasfusione di sangue realizzata a fini sperimentali. Fin qui i fatti accertati. Poi ci sono i fatti immaginati: il romanzo Stella rossa è in realtà il resoconto di quello che Leonid, un altro rivoluzionario, racconta a Bogdanov. Il pianeta rosso, che nel romanzo di Bodganov è Marte, in realtà si chiama Nacun ed è proprio da lì che una ventina di anni dopo arriva Denni, la figlia che Leonid ha avuto da una nacuniana. Denni è in cerca del padre e per questo arriva da Bogdanov, a cui racconta che Nacun è arrivato al limite delle sue risorse e il pianeta socialista ha bisogno di colonizzare altri mondi, tra cui forse proprio la Terra. Dall'intreccio tra il reale e l'immaginato emergono le contraddizioni della rivoluzione e degli uomini e delle donne che la facero.
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    Michele D'apuzzo

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    30/11/2018
      

    Proletkult, l'ultima fatica del Collettivo Wu Ming, ricalca nello stile e nella prosa i lavori precedenti,. La storia è una matrioska che contiene infinite altre sfumature che contribuiscono a creare un'architettura narrativa complessa dove i fatti storici si fondono con elementi di fantasia a tratti surreali aprendo ad una riflessione basata su più chiavi di lettura. Il libro è un omaggio ad Aleksandr Bogdanov e soprattutto al suo capolavoro Stella Rossa , romanzo di fantascienza scritto nel 1908 dove però si intravede l'animo rivoluzionario e visionario dello scrittore russo. Il libro seppur ambientato nel decennale della Rivoluzione d'Ottobre non è classificabile come storico, ma si fonda soprattutto sul metodo d'indagine focalizzando l'obiettivo sulle utopie, i sogni e le speranze he animano la psiche dei vari attori dando nel contempo al contesto storico una visione alternativa. Un libro scritto molto bene , seppur non all'altezza di Q, potenzialmente perfetto.
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