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Pasto nudo

Burroughs, William S.

Adelphi <casa editrice> 2006

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Nel romanzo, scritto in anni in cui questi temi e queste realtà venivano generalmente schivati, Burroughs offre il racconto allucinato dell'inferno di un tossico. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Vito Lobefaro

    09/06/2023   

    non è un libro....

    Non è un libro, non ha un trama, è come se trovassi decine di fogli sparsi con appunti e riflessioni, anzi più che riflessioni sono deliri, dati da la mente devastata dall'eroina e da qualsiasi tipo di droga. Ci ho trovato però uno spaccato dell'america bigotta, una ribellione ed anche molte verità nascoste che molti perbenisti non vogliono leggere. Le ultime pagine sono resoconti dell'autore sulle droghe , sugli effetti e su come combattere le assuefazioni...una frase mi ha colpito molto, tant'è che me lo sono appuntata: "L'immagine spezzata dell'Uomo avanza minuto per minuto e cellula dopo cellula...Povertà,odio,guerra,polizia-criminale,burocrazia,follia, sono tutti i sintomi del virus Umano. Da leggere
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Francesca Ventura

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    13/11/2018
      

    un viaggio nei deliri acidi di un tossico

    “L’America non è una terra giovane: era già vecchia, sporca e malvagia prima dei coloni, prima degli indiani. Il male è lì che aspetta.” “Una lunga lumaca uscì ondeggiando dall'occhio destro di Lee e scrisse sul muro in bava incandescente: “Il Marinaio è in Città a fare incetta di TEMPO“.” “A cosa pensi?” dice il Turista Americano contorcendosi tutto… Al che rispondo: “La morfina mi ha depresso l’ipotalamo, sede della libido e delle emozioni, e dato che i centri corticali agiscono soltanto di seconda mano in seguito alle sollecitazioni dei centri sottocorticali, essendo un cittadino di tipo vicario che trae piacere soltanto da dietro, sono costretto a dichiarare di non avere praticamente manifestazioni cerebrali. Sono consapevole della tua presenza, ma dato che per me non ha nessuna connotazione affettiva, poiché il mio sistema affettivo è stato disconnesso dallo spacciatore per mancato pagamento, non sono minimamente interessato a quel che fai… ” Ho passato una settimana immersa negli acidi deliri di un tossico, nelle sue paranoie da astinenza e nelle immagini devastanti della sua mente sotto botta. Niente è più lontano da me della droga. Non per vantarmi, davvero, lo dico solo come un dato di fatto generale, come se avessi letto in libro sull’hockey e affermassi di non saperne nulla. Di droga non so nulla. Argomento a parte, io ho trovato il libro così disturbante che ho fatto fatica a finirlo. Tantissima fatica. Ho letto mille altre recensioni di questo libro, tutte oscillano tra “non sono andata oltre pagina 20” e “ca-po-la-vo-ro!“. Ma un libro è davvero un capolavoro se solo una percentuale bassissima dei suoi (aspiranti) lettori riesce a leggerlo tutto? La difficoltà di leggere qualcosa è indice della sua qualità? Nella mia esperienza ho più spesso avuto voglia di lasciare andare libri scritti male che non libri “complessi” e infatti, alla fine, Pasto nudo l'ho terminato. Dunque, alla fine, cosa penso di Pasto nudo? Penso che si tratta di un capolavoro, e che, sebbene la sua difficoltà di lettura lo renda un libro di élite, tanti dovrebbero leggerlo. Si impara tanto leggendolo, si viaggia nella mente di un uomo che, come scrive lo stesso Burroughs, non ha emozioni, ma solo sensazioni (e questo mi fa pensare alla mia canzone preferita dei Marta sui tubi).
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