La sera del 22 giugno del 1938 l'attenzione del mondo si catalizzò sull'incontro di boxe tra due pugili dal valore indiscusso: Joe Louis e Max Schmeling. Già dal mattino a Berlino, Londra, Tokyo, Johannesburg, Mosca, Roma, tutti i giornali avevano dato risalto alla notizia.
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In palio, infatti, c'era molto più della gloria: su quel ring si scontravano un nero e un bianco, un americano e un tedesco, la democrazia statunitense e il regime nazista, il simbolo della redenzione degli afroamericani e quello della superiorità della razza ariana. La clamorosa sconfitta di Max Schmeling a due minuti e quattro secondi dall'inizio del primo round venne ribattezzata dai contemporanei "l'undercard" per la seconda Guerra mondiale e fu presagio dei destini di quella guerra. Fu l'evento mediatico degli anni trenta più seguito, che tenne settantamila spettatori allo Yankee Stadium di New York, centomilioni di ascoltatori radiofonici in tutto il mondo, Hitler, Goebbels, Mussolini, Roosevelt, col fiato sospeso.
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