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3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento23/08/2020
Un esempio magistrale dell'arte di Ennio Morricone
La colonna sonora del film "La Legenda del pianista sull'oceano" occupa un posto particolare nella vasta produzione di Ennio Morricone. La musica, infatti, non doveva solo valorizzare i momenti salienti della narrazione, ma ne era la principale ragione d'essere, in quanto il protagonista, Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, nato e morto in una nave da crociera senza mai scendere a terra, era "il più grande pianista mai esistito". La musica del film, quindi, pur rappresentando il Novecento, doveva avere una valenza universale ed assoluta. Nella composizione dei brani, Morricone ha quindi attinto a piene mani a diverse tradizioni musicali, da quella classica, con Mozart (come nei brani "Study for three hands" o "Mozart reincaranted") o con le dissonanze tratte dalla musica atonale, a quella popolare, con spunti, ad esempio, di ragtime, jazz, blues o tango. Il merito maggiore di Morricone è, comunque, di essere sempre riuscito ad evocare musicalmente con la massima efficacia lo stato d'animo dei personaggi, quali malinconia, allegria, dolcezza o inquietudine. Ad esempio, "The legend of the pianist" è un brano cantabile, malinconico e lento, con un crescendo eroico, intervallato da improvvisi spunti blues e jazz oppure "I can and then" riesce ad evocare efficacemente il dubbio sovrapponendo vari temi tra loro non coordinati. Il disco ha tuttavia un punto debole: i brani selezionati, affidati a interpreti diversi, non sono stati tutti eseguiti in maniera ottimale. In "Playing love" la base di archi è chiaramente prodotta da un sintetizzatore mentre in "1900's Madness 1 e 2" la velocità di esecuzione finale non arriva ai livelli parossistici raggiunti nel film.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato