Memorie del compagno di prigionia di Primo Levi, da questi soprannominato affettuosamente 'Pikolo' (Se questo è un uomo, cap. Il canto di Ulisse), e a cui Levi spiega alcuni versi di Dante. L'A., ebreo alsaziano, venne arrestato dalla Gestapo il 2 marzo 1944 con tutta la famiglia e imprigionato prima a Tolosa poi a Drancy.
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Da qui fu deportato ad Auschwitz, dove entrò il 30 marzo 1944 con la madre (unica a salvarsi), il fratello Pierre, lo zio Arthur e gli zii René e Prosper. Fu destinato ad Auschwitz III-Monowitz, lo stabilimento della Buna, azienda di proprietà della IG Farben. Il fratello Pierre venne poi trasferito a Goleszòw per lavorare nell'impresa SS che produceva cemento e dove morì. A Monowitz Samuel entrò in una 'famiglia' di deportati che cercavano di sostenersi reciprocamente: Primo Levi, (arrivato il 26 febbraio 1944), Alberto Dalla Volta e lo zio René. Nelle memorie del v. è descritta la vita nel campo, il lavoro nel Kommando Chimico o Kommando 98, e gli orrori quotidiani subiti, come quello della selezione di ottobre che gli rimarrà "incisa addosso come una cicatrice". Mentre Primo Levi si ammalò di scarlattina per cui rimase nell'infermeria o Krankenbau (KB), Pikolo il 18 gennaio 1945 fu evacuato dal campo nella prima marcia della morte verso ovest, nella quale, dopo sessantasette chilometri a piedi e una sosta a Nikolai, raggiunto il campo di Gleiwitz e dopo la selezione, i prigionieri furono caricati sui vagoni d'un treno diretto a Buchenwald. Nel v. troviamo descritte le condizioni terribili del trasporto. Lo zio René morì a Buchenwald per gli sfinimenti, mentre l'A. il 15 febbraio 1945 fu evacuato da Buchenwald con altri 1500 deportati nella seconda marcia della morte, a piedi sino a Weimar, poi in treno, poi di nuovo a piedi sino a Zeltlager, e giunse nel campo di lavoro di Gotha, non lontano da Ohrdruf, dove fu destinato al lavoro di scavo delle gallerie. L'ultima marcia della morte avvenne, forse, il 30 marzo, per poi ritornare, il 2 o 3 aprile 1945, a Buchenwald, dove rimase fino alla liberazione degli americani, avvenuta l'11 aprile. "Ero stremato, malato, molto debole, ma libero", scrive. L'A. ha cominciato a testimoniare solo nel 1981. Il v. pubblica anche la corrispondenza con Primo Levi dal 1946 al 1987 e quella con Henri Kirstenstein (Kiki), insieme ad altre lettere.
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