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Mala : Roma criminale

Fagnani, Francesca

testo non letterario Società Editrice Milanese 2024

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La pace è finita e ora le gang sono in guerra. Sotto il manto della grande bellezza, nel sottosuolo perso e dannato di Roma scorre un fiume di violenza. Sequestri, pestaggi, torture e omicidi si susseguono. Lo scontro infuria, invisibile agli occhi dei più. [...]
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  • 0 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/11/2024
      

    Sinceramente, non mi è piaciuto molto. Una cronaca di fatti conosciuti... Mah. Non lo consiglio
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    14/09/2024
      

    Il libro è un'inchiesta giornalistica che parte dall'omicidio del capo degli ultras della Lazio, Fabrizio Piscitelli, detto Diablo o Diabolik, per allargarsi a macchia d'olio su altri omicidi, sequestri, torture, di altri esponenti della malavita romana legata al traffico di droga, al gioco d'azzardo e all'usura. Alleanze, doppi e tripli giochi, tradimenti, un gioco al massacro senza pietà, fatto di vendette e voltafaccia clamorosi, che vede coinvolti sia i diretti interessati che i loro congiunti. Ci sono le storie dei protagonisti delle bande e dei cartelli dei narco trafficanti, ma anche le loro famiglie, i comprimari dalla doppia vita, dalla avvocata che partecipa alle riunioni e ai pranzi di lavoro dei boss, allo psichiatra dell'ospedale San Giovanni Addolorata che stila referti e perizie compiacenti. dal pariolino di buona famiglia che nottetempo diventa uno spietato killer per il miglior offerente, fino ai finanzieri e ai carabinieri corrotti. Il racconto si legge piacevolmente, con tantissimi dialoghi virgolettati delle intercettazioni, ma avrei preferito maggiore chiarezza e trasparenza sulle fonti utilizzate dall'autrice, perché in alcuni punti non mi è risultato chiaro il confine tra il freddo resoconto dei fatti e il racconto costruito su di essi. In ogni caso si tratta di un testo interessante, uno spaccato della realtà dei narco trafficanti che operano su Roma.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    07/08/2024
      

    Uno zibaldone con luci e ombre

    Il libro si presenta come uno zibaldone con una scarsa unitarietà narrativa. Di materiale ce n’è tanto e indubbiamente nel lettore suscita l’amarezza, e la certezza, di vivere una realtà con un dominio, solo in parte contrastato di una malavita sempre più feroce e sempre più instabile, almeno nelle seconde linee. Quanto la droga e il gigantesco indotto che crea sia ormai lo smisurato motore che alimenta un mondo criminale che ci vive intorno, seduto al tavolino affianco al bar dove facciamo colazione, o nel nostro ristorante preferito, appare espresso con ineguagliabile efficacia. L’autrice dall’uscita del libro vive sotto scorta. Per chi come me vive a Roma contestualizzare nei luoghi molto ben conosciuti acuisce l’amarezza
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/07/2024
      

    una savianata di cattivo gusto

    sono anni che la Fagnani annuncia questo libro, che doveva uscire a ottobre scorso con il titolo 'neanche morto' per Railibri. poi, cambiato l'editore a suo dire per la stima che nutre nei confronti del nuovo editor, è uscita finalmente con questa antologia di articoli di giornale rigorosamente non citati e atti processuali. il risultato è una carrellata di episodi già noti caratterizzati da violenza e brutalità, e da morbosa insistenza su dettagli che non fanno che celebrare dei criminali senza un minimo di spirito critico e originalità linguistica o narrativa. nessuna chiave interpretativa, nessuna elaborazione seria dei fatti, la Fagnani sembra più che altro avvinta dalla fascinazione dei protagonisti, soprattutto dal loro linguaggio preso dalle intercettazioni come fosse oro colato. probabilmente la Fagnani darebbe via un collier per averne qualcuno in studio e potergli chiedere, con il suo stile incalzante e marzulliano: 'che belva sei'? un libro inutile e irresponsabile, che non vale la carta riciclata in cui è stampato. non è un romanzo, troppi i dettagli e le ridondanze, né un saggio, mancano bibliografia e indice dei nomi. un insulto ai veri giornalisti sul campo.
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