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Madre d'ossa : romanzo

Tuti, Ilaria

Giallo Longanesi <casa editrice> 2023

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Il commissario Teresa Battaglia ha perso davvero la sfida più grande di tutte contro la sua memoria? Sembra di sì. È questo che pensano i colleghi e chi le vuole bene. È questo che pensa anche Massimo Marini, che dopo aver ricevuto una chiamata anonima si è precipitato in mezzo alle montagne. [...]
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  • 22/05/2025
      

    Un indagine su se stessa

    Al momento ultimo episodio della commissaria Teresa Battaglia. La situazione della salute di Teresa precipita drasticamente all'improvviso e la squadra le si stringe attorno. Il romanzo non è collegato molto al precedente (Figlia della cenere) ma più a "Ninfa dormiente". Gli elementi esoterici abbondano eccessivamente ma sembrano "buttati là" (passatemi il termine) poiché la narrazione del giallo che dovrebbe tenere incollati è troppo spesso interrotta bruscamente da scene in cui si parla solo del peggioramento di Teresa. Se da una parte questo può farci immedesimare di più con la protagonista che perde i pezzi, dall'altra rende difficile tenere il filo
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  • 28/04/2025   

    Al momento ultimo episodio della commissaria Teresa Battaglia, in cui si evidenzia notevolmente il peggiorare dello stato di salute della protagonista e in ugual misura il sostegno e la premurosa cura della sua squadra. La trama è un po' intricata, ridondante con la ricerca quasi inverosimile di un culto esoterico che dal passato arriva ai giorni nostri in modo antico con delle sfaccettature persino su neonati affidati a coppie impossibilitate ad avere figli, che ne provoca un legame ricattabile. Questa volta ho l'impressione che questo romanzo si allontani un po' dai soliti schemi di Teresa Battaglia.
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  • 4 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    03/01/2025
      

    Un libro che...

    ...riempie la testa ed il cuore. Sono tanti i riferimenti dati non soltanto geografici. La localizzazione di una chiesa, di una cripta. La loro storia risalente agli anni bui del medioevo. Descrizioni lussureggianti sia nella collocazione storica e sia nella loro spiegazione religiosa. Teresa sempre più fragile e circondata da un immenso affetto. Un libro, credo, difficile da scrivere e anche da leggere. La prosa dell'autrice è sempre scorrevole ma la mia impressione è che, a volte, lei voli davvero troppo alto. Da rendere quasi inverosimili alcuni dettagli e di conseguenza fiacca l'intera storia.
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  • 8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    16/04/2024
      

    Teresa Battaglia conduce un'indagine su se stessa

    Con l'aggravarsi dell'alzheimer Teresa Battaglia è sempre più frastornata, la sua memoria va e viene, non sa più di chi si può fidare. Viene coinvolta seriamente nella morte di un ragazzo, Massimo Marini la trova con il cadavere tra le braccia, a quanto pare si tratta di un suicidio, ma cosa ci faceva lì Teresa? La prima a non saperlo è proprio lei, e le indagini si rivelano più complesse del previsto, andando a scavare nel passato di Teresa e in vicende mai concluse completamente. Un giallo scritto molto bene, intrigante, bei personaggi, tanto mistero, leggende ancestrali. Un consiglio: se non avete letto i romanzi precedenti, leggeteli, in ordine cronologico, perché le storie sono concatenate, e vi perdereste parecchio.
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  • 5 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/10/2023
      

    Mi è piaciuto, ma non tanto quanto i precedenti con Teresa Battaglia. Dei suoi romanzi mi piace molto il racconto del Friuli che lei inserisce nella trama. La storia, stavolta, è un po' ingarbugliata, con molto esoterismo forse troppo. Chissà se sarà veramente l'ultimo con Teresa protagonista
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  • 8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    08/10/2023
      

    TERESA FRAGILE E INTIMISTA

    All'inizio del romanzo troviamo Teresa, fragile e smarrita quanto mai prima, vicino al cadavere di un giovane, in un luogo isolato di montagna. A mano a mano, pur nelle nebbie della sua malattia, Teresa diventa sempre più combattiva e desiderosa di scoprire l'arcano di questa e di altre morti che si susseguono. Tutti gli uomini della sua squadra, amici e amiche e collaboratori sono determinati a proteggere la nostra commissaria e la aiutano anche a combattere gli avversari in Procura. Molti sono i riferimenti mistici ed esoterici e fortissimo è il riferimento a "Ninfa dormiente", a mio parere il meno riuscito tra i romanzi dei questa serie. La vicenda si dipana fino allo svelamento di una setta tanto pericolosa quanto nascosta. La novità in questo romanzo è la conferma di quanto siano saldi i rapporti umani e affettivi che la profiler, nonostante il carattere burbero e scontroso, è riuscita a creare: davvero palpabile è il sentimento di protezione che ruota intorno a Teresa e che rischia anche di compromettere la carriera di Marini e degli altri collaboratori. E proprio nelle bellissime pagine finali si ricorda con le parole di Peter Rosegger la rete di protezione e amore in cui la commissaria viene avvolta: "Ciò che seminai nell’ira crebbe in una notte la pioggia lo distrusse. Ciò che seminai con amore germinò lentamente maturò tardi ma in benedetta abbondanza”.
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  • 5 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    18/08/2023
      

    Sino all’ultimo barlume

    “Non ho ucciso quel ragazzo. Ero lì per salvarlo. Doveva essere così, o lei era già all’inferno. Teresa si trovava davanti all’enigma più sfidante della sua carriera: un’indagine su se stessa”. Questo breve pensiero non è solo indice delle condizioni di Teresa, ma espone subito la «regola d’ingaggio» di questa indagine, le condizioni e la sfida. Ancora, però, non ne spiega la genesi. In effetti, grazie al protettivo intervento di Marini, l’inchiesta potrebbe concludersi con l’accertamento dell’evidente ed incontestabile suicidio della vittima. Sin dalle prime pagine, però, si evince la presenza di un livello sotterraneo che dovrà venire alla luce. Ed è contraddittorio che la ricerca di questa luce corra parallelamente allo spegnersi, ancora non totale, delle facoltà di Teresa. Ma come la mente di Teresa si chiude, legandosi al passato, così l’autrice cerca, ad un livello mai raggiunto in precedenza, di «chiudere» il lettore nel suo mondo, immergendolo in riti passati; non un culto gnostico, però, come nel precedente episodio, bensì un rituale di origine longobarda, pregno di simbolismo. Il tutto arricchito dalla solita pregevole mole di annotazioni culturali; tutt’altro che fini a sé stesse, poiché con la loro storia servono a connotare doviziosamente una cittadina «sacra», protagonista essa stessa della vicenda al pari dei personaggi. Insieme alla morte: alla morte rituale, pegno di una eterna rinascita. Questa volta Teresa pensa di non essere all’interno di una favola nera, poiché non ne segue il canone: non è una «favola», come ebbe a definire il caso di Ninfa Dormiente; anche se, col passar del tempo, sempre più sembra che questo caso possa avere attinenza con quell’indagine. “… A poco a poco, l’indagine stava riportando alla luce un esercito di morti, scheletri e mummie. A guardia di chi quei defunti marchiati da sigilli e amuleti erano rimasti per secoli?”. Verso questa domanda converge lo sviluppo precedente e dalla consapevolezza del dover dare un senso ad essa si muoveranno gli investigatori. Guidati dalla assoluta certezza che la vittima “… aveva messo in scena la propria morte, ne aveva fatto una coreografia in cui ogni dettaglio rappresentava un messaggio da interpretare. Il giovane alla fine si era arreso, ma dietro di sé aveva tracciato un sentiero da seguire per arrivare alla verità, se non alla giustizia e forse addirittura alla vendetta”. La prosa della Tuti è, come sempre, straordinaria ma oso dire che la narrazione sia spesso onirica; non solo per la vacuità dei ricordi di Teresa, bensì anche nella descrizione delle sensazioni altrui, nonché nei dettagli paesagistici. È, come mai gli altri della serie, un romanzo erratico; talvolta ridondante, ma comunque di notevole fattura. Naturalmente, non possiamo ancora sapere cosa il futuro (ovvero l’autrice) abbia in serbo per Teresa, ma non ho potuto fare a meno di notare il parallelismo con il congedo che Costantini ha riservato a Michele Balistreri nell’episodio conclusivo della serie (Da Molto Lontano). Anche lui capace di portare a termine la sua inchiesta, ma vittima di quelle amnesie selettive che, allo stesso tempo, lo preservano dal ricordo delle sue colpe; grazie anche alle benevoli lacune (bugie) di chi fino all’ultimo lo vuole salvare da sé stesso.
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  • 6 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento

    Emanuela Papili

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    11/08/2023
      

    Non mi è piaciuto

    Questo quinto capitolo di Teresa Battaglia è ben scritto come al solito (brava Tuti), ma la trama è davvero farlocca. Troppa carne al fuoco, troppi agganci con "Ninfa dormiente" mentre invece ci si aspettava un capitolo più legato al libro precedente. Troppi misteri, troppi casini, troppo esoterismo, troppa storia, troppa archeologia, troppi matti, troppo inverosimile e last but not least, troppa malattia di TB. La storia personale della commissaria precipita di colpo e il racconto delle sue difficoltà interrompe continuamente il ritmo del giallo. Tutto il mistero si risolve poi in quattro pagine, come se all'autrice stessero per finire i fogli per scrivere (e sì io ho ancora la visione arcaica dello scrittore con la penna d'oca). Insomma l'ho finito solo per sapere come Tuti ne sarebbe uscita fuori, ma sono stata tentata di mollarlo già dopo pochi capitoli. Deludente.
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