In questo quarto e penultimo atto della pentalogia di Scurati è protagonista la guerra. Mussolini rimane sempre un personaggio importante, ma l'autore fa emergere altri personaggi, che diventano punti di riferimento sui vari fronti in cui si trova a combattere l'esercito italiano: Rigoni Stern su quello russo, con pagine estremamente tragiche, Caccia Dominioni e Rommel in Africa. E viene dato molto spazio alla figura di Amerigo Dumini, assassino di Matteotti e grande opportunista. M. subisce un po' passivamente questa guerra, che lui non voleva ma in cui ha trascinato l'Italia, assolutamente impreparata a combattere su tutti i fronti. Restano nella mente le drammatiche pagine del tentativo di invadere la Grecia partendo dall'Albania e l'attendismo africano, che ricorda quello del buzzatiano deserto dei Tartari. Fanno un po' ridere, ma è un riso amaro ovviamente, gli incontri di Mussolini con Hitler, in cui il nostro dittatore sembra completamente impotente e incapace di trattare con il capo del Reich. Scurati non fa sconti, scrive, con la solita abbondanza di documenti a sostegno, pagine forti e intense.

... e i giorni si fanno drammatici. Nel quarto volume viene descritta col sistema "romanzo che si fa storia o storia che si fa romanzo", l'entrata in guerra di Mussolini accanto ad Hitler. E' la discesa agli inferi del duce fino alla sua caduta e all'arresto del 25 luglio '43. Come sempre Scurati è appassionante e documentato .

Il quarto libro di Scurati sul fascismo affronta il periodo terribile dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania nazista, fino all'arresto di Mussolini dopo il pronunciamento del Gran Consiglio e l'ordine di arresto da parte del Re Vittorio Emanuele III. Pagine che spaziano dalla politica interna ed estera alle vicende personali dei protagonisti, scritte con chiarezza e scorrevolezza, documentate e mai retoriche. Un affresco drammatico che offre ancora una volta lo spunto per riflettere sul presente.