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L'ultimo viaggio : il dottor Korczak e i suoi bambini

Cohen-Janca, Irene

Letteratura per ragazzi Orecchio acerbo <casa editrice> 2015

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Dalle strade di Varsavia alle mura del ghetto fino al campo di Treblinka. Un'indimenticabile storia di coraggio, resistenza, amore per la vita e, soprattutto, di rispetto per l'infanzia. Età di lettura: da 9 anni.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/05/2023
      

    “Correggere il mondo significa correggere l’educazione”

    Libro figurato molto bello e toccante in cui si narra la storia di un comodo e funzionale orfanotrofio trasferito dopo l’occupazione nazista nel ghetto di Varsavia; dopo il rastrellamento delle milizie tedesche matura la triste deportazione di duecento due persone (10 adulti e 192 bambini) nel campo di concentramento polacco di Treblinka. Le attività educative e teatrali dei bambini continuavano ininterrotti nonostante il destino fosse segnato. L’epilogo è struggente perché i nazisti avevano invano offerto la libertà al medico perché conoscevano e rispettavano la sua storia, ma sacrificò se stesso accompagnando con amore i bambini: era il 5 agosto 1942. I bambini erano da sempre molto legati al Pan Doktor, al secolo Janus Korczak, già affermato pedagogista, scrittore e medico ebreo-polacco votatosi da giovane benestante alla causa umanitaria salvando malati abbandonati, bambini orfani e i disagiati. Dalle sue idee e dai suoi libri del 1914 e 1929 è nata la Convenzione Onu sui diritti dei bambini e adolescenti. La storia è densa e nutre l’anima di ognuno.
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  • 5 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento
    07/01/2020
      

    È un testo di letteratura per l’infanzia che, attraverso un linguaggio delicato e commovente, racconta la storia vera del viaggio di centonovantadue bambini orfani di Varsavia, che nel 1940 furono accompagnati dal direttore dell’orfanatrofio, il dottor Korczak, verso il campo di sterminio di Treblinka. La storia è narrata in prima persona da un bambino più grande, Szymek che tiene per mano Mietiek, un bambino piccolo, accompagnandolo nel viaggio, come un fratello, alleviando il suo dolore, raccontandogli delle storie. Il dottor Korczak è costretto ad abbandonare l’orfanatrofio per accompagnare i bambini “nell’ultimo viaggio”, che organizza con una parata, una marcia come un circo equestre con una bandiera all’inizio del corteo, per non far perdere loro il sorriso. Il medico, oltre a prendersi cura delle necessità primarie dei bambini, cerca di preservarne l’innocenza e, nel ghetto di Varsavia, organizza una scuola clandestina in cui racconta loro delle storie, insegna a recitare e a cantare. Quando gli viene proposto di sottrarsi al campo di concentramento, lui rifiuta la salvezza e accompagna come un padre, con amore e tenerezza, i suoi bambini nell’ultimo viaggio. Prima però metterà in scena una storia di Tagore, che narra di un bambino malato che muore e, attraverso il teatro, cercherà di insegnare ai suoi bambini ad andare incontro alla morte. Nella storia traspare il senso del coraggio, di difesa dei più deboli, della resistenza nelle avversità, sia da parte del medico che dei suoi bambini, i quali continuano ad amare la vita, cercando di preservare il sorriso dei loro compagni più piccoli.
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