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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento04/02/2021
Commedia in giallo
Il sottotitolo fa chiaramente il verso al famoso racconto di Jerome K. Jerome “Tre uomini in barca (per non parlar del cane)” e ci fornisce la duplice chiave di lettura di questo romanzo. Sulla piattaforma di un giallo classico di stampo logico deduttivo con risvolti psicologici (nello stile di Ellery Queen, espressamente citato), si dipana una commedia ambientata nella Napoli dei nostri giorni. Questa è, almeno, l’ambizione: “Questo è un caso molto letterario, e ha bisogno di un intervento letterario”, risponde ad un certo punto Malù (l’investigatrice dilettante) ad Ariel (la voce narrante del romanzo). Come sempre, però, è un problema di modo e misura. Ellery è il brillante figlio dell’Ispettore Capo Queen , che lo coinvolge, nei dovuti termini, nelle proprie indagini; per non parlare di altri personaggi famosi come Miss Marple o non famosi ma più attuali e meritevoli di citazione come Teresa Maritano (“Nessun ricordo muore”, “Vittime e delitti” e “Le porte della notte”), ciascuno con una propria storia che ne giustifichi la presenza. Altra cosa è la richiesta (al limite del pietire) che il commissario De Iuliis rivolge a Malù; al punto che poco o nulla obietta quando la trova in commissariato seduta alla sua scrivania mentre interroga in sua vece una testimone! Ma questa, come chiarito, è una commedia (anche con risvolti sentimentali) e allora si accettano pure le forzature. Nel complesso, la narrazione scorre fluida ed il caso viene condotto con il dovuto rigore. Forse un po’ «estrema» la scelta di incentrare l’accadimento e, quindi, l’indagine sull’interpretazione di una partita di burraco e le relative regole, non a tutti note (incidentalmente paragonate a quelle «arzigogolate» del baseball) e sulle quali Ariel, non a caso, più volte è costretta a tornare. Per tacere (è il caso di dirlo) della simpaticissima ma pervasiva presenza dei gatti «investigatori». Il vero problema, però, è che questo secondo episodio non possiede quella freschezza e spontaneità che aveva felicemente caratterizzato il romanzo d’esordio e che me lo aveva fatto accostare alle avventure di Alice Allevi di Alessia Gazzola, ancor più che alla (strepitosa) serie di Vani Sarca di Alice Basso; non potendo, però, qui vantare né la leggerezza e credibilità della prima né il tono coinvolgente ed intrigante della seconda serie appena citata. Aspettiamo con interesse il prossimo episodio, allora, per meglio identificare la destinazione dei protagonisti e dell’autriceHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato