La Morante con una narrazione molto descrittiva, particolareggiata e usando un linguaggio estremamente suggestivo, ci fa vivere, in questo bellissimo romanzo di formazione ambientato a Procida, la storia e le emozioni di Arturo, orfano di madre dalla nascita e con un padre anaffettivo, sempre in viaggio, che il ragazzo vede come un eroe ma del quale restera' profondamente deluso. Lascera' quindi per la prima volta la sua amata isola (che non vuole guardare mentre il piroscafo si allontana dalla costa) dicendo, come svegliandosi da un brutto sogno "... preferisco fingere che non sia esistita.." Un romanzo che mi ha catturata, affascinata e commossa dalla prima all'ultima pagina. (Fiorella Guglielmi - Circolo Lettori Biblioteca Pierpaolo Pasolini)

Il quattordicenne Arturo, il protagonista - il suo nome ricorda una stella -, la madre, morta di parto, una “femminella, analfabeta, ma più che una sovrana” per lui, il padre, “fiabesco e irraggiungibile”, “esempio di perfezione e felicità umana”, l’adorata cagnetta Immacolatella, “bianca come la luna”, Nunziata, la nuova moglie del padre, appena sedicenne, con il suo “piccolo riso incantato, fanciullesco”, e la sua “mestizia protettrice”… E poi l’amata Procida, con il “castello” e il mare “tenero e fresco”, che “si posa sulla riva come una rugiada”. Infine, una stupefacente scoperta: l’inatteso amore per le donne, da sempre considerate “informi e misteriose”! Ma arriva anche il momento di crescere… Non esiste solo Procida! Arturo parte. L’isola “s’allontana, e si confonde, diventa una cosa grigia…”, mentre lui, “quasi in un malore senza nessun pensiero”, è su una nave, proteso verso altri mondi… Un romanzo splendido, forse immaginato come una lunga poesia! (Simonetta Cretoni, Circolo dei lettori della biblioteca Pier paolo Pasolini))