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2 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento06/02/2023
L'EQUAZIONE DEL CUORE
Questa è la storia di una solitudine ma anche dell'impossibilita' di viverla fino in fondo. Come? Attraverso l'equazione di Dirac, scoperta da un inglese per il quale vinse il Nobel nel 1933. "Due sistemi, due persone, due anime, due mondi, se entrano in contatto risentiranno per sempre l'uno dell'altro". Perché interconnessi e parte dello stesso sistema. Massimo, professore di matematica in pensione vive isolato nel golfo di Napoli dopo la morte della moglie. La solitudine viene interrotta bruscamente. Dalla morte della figlia e del genero in un incidente. E dalla vita del nipote, Signor Francesco Petrini di anni nove, detto Checco, anche se gravemente ferito e in coma. De Giovanni ha il potere di parlare dritto al cuore e lo ha fatto ancora di più in questo libro che mi ha colpita per l'aspetto psicologico: la fragilità delle relazioni e lo sgretolarsi progressivo della freddezza di Massimo la scelta dell'ambientazione (una piccola città del nord) e di personaggi che sottolineano la chiusura e la durezza l'approccio logico matematico con cui sono analizzati gli eventi per risolvere l'equazione. il risvolto giallo, immancabile nei libri di De Giovanni, per capire la dinamica dell'incidente e decidere se "lasciare riposare in pace i morti o scoprire quello che agitava le loro vite e che, forse, ha scatenato lo svolgersi degli eventi". Un libro che fa riflettere sul potere della ricchezza e sulle conseguenze di una gestione spregiudicata. E anche di quanto la vita sia un sistema complesso pieno di variabili, impossibili da prevedere. Un De Giovanni inedito ci presenta una storia diversa, appassionante, che ha sempre voluto scrivere. Un romanzo che coinvolge il lettore fino alla fine, lasciandolo libero di raccontare l'ultima pagina. Gioia o dolore. In attesa che il Pesciolino Checco abbocchi all'amo con l'esca della vita.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento01/02/2023
Commovente.
Un romanzo ben scritto che affronta il tema della morte e della responsabilità che si deve assumere un uomo, che ha sempre vissuto senza saper mostrare i suoi sentimenti, nel momento in cui la figlia ed il genero muoiono in un tragico incidente stradale nel quale il figlio resta in fin di vita. Alcuni personaggi strani e misteriosi danno un alone di giallo a tutta la narrazione. Il protagonista attraverso questo grande dolore e le situazioni che dovrà affrontare fa un'analisi di se stesso e della sua vita trascorsa tra l'insegnamento e la solitudine dopo la morte della moglie ed il trasferimento della figlia al nord a seguito del suo matrimonio. Lettura consigliata.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento01/02/2023
L'idea è suggestiva....
Raccontare di una persona che sta andando verso l'età avanzata. Solo per scelta vive una vita farcita di un egoismo tanto forte quanto invisibile. Nulla gli interessa se non la sua pesca ed i suoi ricordi. La figura di Checco, suo nipote, interrompe questo filone di egoismo. Ma non più di tanto. Si. Ha dato un leggero fastidio anche a me la divisione di De Giovanni in comunicativi, luminosi ed allegri (che abitano giù) e gli stantii, egoisti e tristi (che abitano al al Nord). E' una visione leggermente razzista. L'idea della matematica come filone culturale sempre presente la trovo invece interessante. Chi conosce questa materia sa bene che si tratta di un qualcosa di penetrante, avvolgente che si può applicare ad ogni cosa. Persino le onde del mare seguono un loro percorso logico. Bellissima, struggente l'immagine in copertina. Tutto accade però nelle ultime venti pagine. Come se lo scrittore dovesse timbrare per tempo il cartellino Do una stella in più a questo libro soltanto per questo.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
4 / 12 utenti hanno trovato utile questo commento13/12/2022come al solito un capolavoro... certo non come il commissario e i bastardi ma certamente un nuovo personaggio molto introverso come l autore gia' ci ha abituato. situazione da cui si puo' solo imparare e alcune volte il peggio ci fa svelare il meglio che e' in noiHai trovato utile questo commento?
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9 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento12/06/2022
E NULLA FU MAI COME PRIMA...
Si tratta di un romanzo doloroso e tragico, mai stucchevole. Un burbero professore di matematica in pensione, che si era costruito addosso una solitudine riservata e ostinata dopo la morte della moglie, è costretto a uscire dalla sua tana. Si reca al Nord, in una austera e respingente città, dove è richiesta la sua presenza. Dovrà fare i conti con se stesso, con i mille dubbi irrisolti dopo la morte dell'amata figlia, dovrà scontrarsi con la verità, anche se amara. Dovrà viaggiare dentro se stesso a contatto con un mondo che lo rifiuta, ma in cui deve necessariamente insinuarsi per capire, con la sua introversa sensibilità, cosa sia successo veramente. Il grande legame con il nipotino Checco, che lo ha idealizzato, lo aiuterà ad accettare il brusco deragliamento della sua vita.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
9 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento18/05/2022
Retorica e luoghi comuni
Ho iniziato a leggere, e comprare, i libri di Maurizio De Giovanni quando li pubblicava ancora con Fandango, e ho continuato a comprarli, fino a pochi mesi fa, ma nel corso degli anni confesso di essermi un po' stufata del suo stile retorico ed ampolloso, e infatti quando è uscito questo romanzo ho deciso di prenderlo in prestito in biblioteca, e non mi sono affatto pentita della scelta. I "predicozzi moraleggianti" sono una caratteristica dello stile di scrittura di questo autore, ma nel corso degli anni, man mano che acquisiva notorietà, mi pare abbiano avuto sempre più spazio, e trovo questa deriva davvero noiosa. Questo libro è inoltre farcito di luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano, dal caffè che è buono solo a Napoli, all'eterna contrapposizione tra i "nordici" freddi e poco comunicativi e i meridionali solari e sempre sorridenti, al clima perennemente nebbioso e gelido della pianura padana. Anche perché qui il protagonista è Massimo De Gaudio, un napoletano, professore di matematica, che, rimasto vedovo, dopo la pensione si è trasferito nella casa di Procida, dove passa le sue giornate nella più totale solitudine, interrotta solo per un paio di settimane all'anno, nelle quali è costretto, suo malgrado, ad ospitare la figlia ed il nipotino che abitano in Emilia, presumibilmente a Parma. Dico costretto perché è una persona totalmente anaffettiva, un sociopatico cui importa davvero poco o nulla degli unici parenti che ha, senza amici, ma contento della sua esistenza fatta di passeggiate, pesca, e, soprattutto, numeri. Riceve però una telefonata che lo obbliga a recarsi al nord, in una "città gretta e meschina", gelida e nebbiosa (in barba agli inverni sempre più miti degli ultimi anni) perché il genero e la figlia sono morti in un incidente di macchina, nel quale il nipotino di 9 anni ha riportato numerose ferite, trauma cranico compreso, e, dopo un intervento chirurgico, giace in coma, in bilico tra la vita e la morte. Al nonno, unico parente oltre ad una nonna paterna affetta da Alzheimer, ed alla babysitter moldava che è attaccata al bambino in maniera a dir poco morbosa, è affidato il compito di parlargli per agevolare un improbabile risveglio. Il nonno gli parla di geometria frattale, di matematica, di fisica, vale a dire delle sole cose che gli interessino. Massimo cerca di capire cosa possa aver causato il fatale incidente, e la trama fa acqua da tutte le parti, fino al finale, che, sostanzialmente, non è aperto, ma manca proprio. No, non ci siamo, sia che si tratti di un libro singolo, sia che si tratti di una nuova serie. Ridatemi il Commissario Ricciardi!Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
7 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento18/04/2022
Un pò deluso
I personaggi sono originali e interessante è la vicenda ,come pure la descrizione,un pò scontata della provincia ricca e ipocrita. A mio parere però avrei preferito una ben precisa conclusione della vicenda che qui si è lasciata in sospeso come se fosse l'inizio di una nuova serie di racconti su un gruppo di personaggi come le molte altre serie dell'Autore., che però hanno ognuno una ben precisa soluzione. Parere personale.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato