Nel v. è un viaggio nei luoghi e simboli del proselitismo della nuova Italia fascista che da Nord a Sud conquista oggi i ragazzi. L'Opera nazionale balilla, e la foto di un balilla tutti la riconoscerebbero, fu un'organizzazione giovanile fondata dal regime fascista nel 1926 per i ragazzi tra 8 e 14 anni.
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Ma appartiene davvero a un passato con cui nei decenni della nostra storia abbiamo fatto i conti? L'A. segue le tracce dei segni di un fenomeno diffuso e pericoloso, quale lo spettro di una nuova educazione fascista, perchè esiste una trasmissione sotterranea, un passaggio tra generazioni di quel culto della violenza, morte, razzismo, xenofoba, di forte disciplina militaresca e senso identitario, che già una volta nella storia italiana ha formato una generazione di giovani; ed è un'educazione, capillare e sfuggente, che forma costumi e mentalità, colpisce gli strati deboli della popolazione sostituendosi allo Stato dove questo non arriva. Ecco ancora colonie estive dove i ragazzi vengono indottrinati, concerti, sagre, feste di paese e luoghi come stadi e fuori scuola, dove gruppi di neofascisti (come Forza Nuova e Casa Pound) da Nord a Sud hanno costruito un tessuto sociale parallelo poco visibile, in cui la violenza squadrista è sempre più accettata. Le vittime più esposte alle regole della nuova educazione sono comunque i ragazzi. L'inchiesta del v. indaga l'universo simbolico del nuovo fascismo e mostra un fatto allarmante davanti al quale non ci è dato chiudere gli occhi. I balilla, perciò, non sono solo un ricordo del più triste capitolo della nostra storia passata.