Un'altra narrazione avvolta nel mistero e nell'intrigo psicologico, con personaggi complessi e un'ambientazione inquietante. Michaelides dipinge un quadro affascinante delle dinamiche tra i protagonisti, ma la trama a tratti può risultare un po' lenta. Una lettura coinvolgente per gli amanti del genere thriller psicologico.

Dopo il fortunato esordio con La paziente silenziosa, Michaelides replica il binomio psicoterapia/omicidio, stavolta con minore successo. La protagonista, Mariana, psicoterapeuta oriunda greca, viene chiamata dall'amata nipote Zoe dopo la violenta morte di una sua compagna di studi a Cambridge. Molti indizi convergono sul fascinoso e carismatico docente di greco, Edward Fosca, intorno al quale si riunisce una schiera di ragazze elette, chiamate le Vergini. Dopo altre azioni di sangue, tra citazioni dalle tragedie di Euripide e personaggi oscuri nella prestigiosa università, si giunge al colpo di scena, rappresentato dalla scoperta del colpevole. Molti però gli elementi non chiariti e a mio parere un po' forzati. I personaggi sono in parte ben definiti e in parte stereotipi; non convince soprattutto il personaggio di Mariana, la cui esistenza è stata funestata da numerosi lutti e che appare insicura e influenzabile con facilità.