Con l'espressione "armadio della vergogna" ci si riferisce ad un armadio rinvenuto nel 1994 a Roma, contenente un archivio di 695 fascicoli processuali sui crimini di guerra nazifascisti. Occultati alla fine degli anni quaranta, questi fascicoli contenevano notizie su eccidi, omicidi e saccheggi compiuti in Italia durante l'occupazione tedesca.
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Mimmo Franzinelli ha riaperto gli archivi, e grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, è riuscito a ricostruire la guerra senza quartiere condotta contro ebrei, carcerati, dissidenti politici e soprattutto contro vecchi, donne e bambini inermi. In particolar modo analizza gli aspetti brutali della politica di occupazione tedesca in Italia, le tecniche di negazione della giustizia sui crimini di guerra da parte della magistratura militare e le istruttorie seguite all'invio dei fascicoli processuali alle procure territoriali dal 1994 al 2001. L'appendice contiene le riproduzioni dei documenti, la traduzione del promemoria "Atrocità in Italia" contenente la rassegna dei crimini di guerra di cui i servizi britannici ebbero notizia durante la campagna d'Italia, l'archiviazione del procedimento per l'eccidio di Fossoli, la sentenza contro il criminale di guerra Michael Seifert. (A5)
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