Il fatto che la ricerca storica possa fornire finora soltanto una stima approssimativa del numero degli uomini internati con il "triangolo rosa", ci parla dell'estremo isolamento in cui i sopravvissuti omosessuali sono stati costretti a vivere, sentendosi raramente parte di un collettivo. Il silenzio loro imposto dalle società del dopoguerra li ha atomizzati.
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La loro persecuzione divenne destino individuale. Deliberatamente esclusi dalla cultura della memoria, trattati come criminali e pervertiti, agli omosessuali che lasciarono i campi nel 1945 non è stata riconosciuta la dignità di "sopravvissuti". Essi hanno unicamente sopravvissuto. La ricerca storica e la cultura della memoria hanno taciuto per decenni la violenta repressione che i regimi nazista e fascista operarono, con modalità e intensità diverse, nei confronti degli omosessuali, contribuendo al silenzio sulle vittime e i sopravvissuti. Ancora oggi, determinata da un clima di pregiudizi e conflitti che rendono difficile sviluppare forme appropriate di memoria, la ricerca sull'Olocausto riserva alla persecuzione degli omosessuali un posto poco più che marginale.
Gli interventi e i materiali raccolti in questo libro intendono rompere questo silenzio colpevole.