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Le ossa parlano

Manzini, Antonio <1964- >

Giallo Sellerio <casa editrice> 2022

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Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. [...]
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  • 4 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    06/06/2024
      

    Manzini, va in crescendo. In questo giallo affronta il tema della pedofilia, il giallo è bello come al solito inpiù affronta un tema particolare, ma lo fa in modo neutro, a parte il finale, lasciando trasparire che la giustizia trionfa sempre. Da leggere assolutamente
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    10/09/2023
      

    A mio parere il miglior libro di Manzini con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone. Questa volta alle prese con un "cold case" che emerge con il ritrovamento dello scheletro di un bambino. Rocco e tutta la squadra indagano instancabilmente per trovare il/i responsabile/i delle atrocità commesse. E questa volta emerge su tutto la grande umanità dei personaggi, e il loro tenace impegno alla ricerca di verità e giustizia.
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  • 11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento

    Mario Cobre

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    25/01/2023   

    un grande libro

    Carissimi amici, vi invito con entusiasmo a leggere questo racconto. E' molto di più un giallo, di cui ha certamente la veste. E' un racconto corale con tanti personaggi così ben delineati (anche i cani) che sembra di vederteli girare per casa. E condividi i loro sentimenti (esperienza rara in altre letture). Certo la storia è dolorosa, truce ma viene fuori tutta la profonda umanità, non solo dei principali attori, ma anche di tutte le figure di contorno. Il miglior romanzo di Manzini, scritto con maestria (mi sembra che gli sia scappato un solo avverbio!)
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  • 3 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    17/10/2022
      

    Banale Whodunnit

    Come giallo questo libro è banalissimo, si capisce immediatamente chi è il colpevole ed anche con quale artificio narrativo verrà scoperto. Il brodo dei problemi relazionali di Schiavone è ormai allungato a livelli omeopatici; i trucchi per sbarazzarsi dei personaggi veramente banali. Si legge perché, grazie alle Biblioteche di Roma, possiamo permetterci di andare avanti con la puntatina senza sborsare un centesimo.
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  • 10 / 10 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    15/07/2022
      

    Un domani per Schiavone

    Nel finale del precedente romanzo sono venute alla luce le verità che drammaticamente «chiudono il cerchio» su decenni di menzogne e tradimenti nel mondo di Schiavone; che noi abbiamo iniziato a conoscere quando lui era già di stanza ad Aosta e vedovo di Marina. Ma è “7-7-2007” il romanzo centrale della serie, al cui interno sono narrati i drammatici eventi che condizionano la vita di Rocco; di cui gli ulteriori eventi narrati all’interno di “Pulvis et Umbra” costituiscono un altro decisivo snodo. E se ho definito “Vecchie Conoscenze” come il definitivo spartiacque nella storia personale di Rocco, questo romanzo può essere considerato, nelle sue prime trenta pagine (scarse), il vero De Profundis ad una pluridecennale storia fatta di amicizia ma anche di segreti inconfessabili e colpe imperdonabili. Viene quasi voglia di pensare che sia una fortuna per Schiavone poter annegare i propri pensieri dirottandoli sul lavoro; ma, purtroppo per lui e per la squadra, si imbattono nel caso di un bambino ucciso e sicuramente vittima di violenza sessuale. È l’inizio di una caccia serrata in un mondo squallido quanto sconosciuto, in cui ogni progresso sarà frutto di durissimo lavoro e applicazione. I fari puntati costantemente sulla squadra consentiranno a Manzini di delineare il percorso dei vari attori, nella crescita o nella rovinosa caduta. Quanto a Rocco, la sua sembra sempre più una parabola orientata verso una decisa sfiducia nei rapporti umani, nonostante Marina costantemente lo inviti ad aprirsi ai sentimenti ed alla speranza in un domani migliore.
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  • 11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento
    18/06/2022
      

    COLD CASE

    Un cold case ad Aosta. Vengono ritrovate in un bosco delle ossa: si tratta di un bambino scomparso anni prima, vittima di probabile violenza. Rocco è sempre inquieto; ha venduto la casa di Monteverde Vecchio dove era stato felice con Marina, con la quale parla e ancora interagisce con complicità immutata, anche se la sua figura è sempre più evanescente. Il team di Aosta, strampalato e bizzarro ma sempre più incisivo e coeso, diventa ogni giorno di più una famiglia. E poi c'è il ritorno sulla scena di Caterina, l'(auto)esclusione di Italo, la cagnolina Lupa in procinto di partorire, il rapporto con Sandra che non decolla, Sebastiano che è come un grumo pesante, difficile da mandare giù. Il clima dell'indagine è molto cupo, data la gravità del delitto e vede coinvolti tutti, in primis Michela Gambino con i suoi preziosi rilevamenti e Rocco con le sue ricerche talora fuori dagli schemi e soprattutto le sue intuizioni. E' un tuffo nel mondo squallido e sporco dei pedofili, nel dark web, nelle vite parallele di personaggi apparentemente normali; solo una latente ironia, tutta rivolta ai componenti della squadra di Aosta, riesce talora ad alleggerire il quadro fosco. Il nostro spigoloso e burbero vice questore trova la soluzione scavando nel passato. Stile limpido e intrigante, Manzini compone un altro romanzo che ci tiene incollati alle pagine e non delude mai.
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  • 9 / 10 utenti hanno trovato utile questo commento
    20/05/2022
      

    Un bel libro...

    ....uno dei migliori del filone Aosta. Un'indagine pesante. Difficile. A 360 gradi all'interno di un ambiente che, tutti, sappiamo che esiste ma di cui nessuno parla. Mai. Complimenti a Manzini di avere avuto il fiuto ed il coraggio. E' un'altra indagine. Prima e durante accadono fatti che dovrebbero dare pace Schiavone. La condanna del suo persecutore (ma allora perché non promuovono Schiavone e lo riportano a Roma?), La verità su Caterina. Da sempre fedele ed affidabile. E bella. Ma anche altri fatti che regalano sorpresa, ansia ed anche dolore. Il naufragio di Italo e la propria impotenza... La nascita, ma era già accaduto anche prima, di una squadra che lavora. Che fatica, che non dorme. Un team di persone che hanno lo stesso obiettivo. Eppoi due cose che mi hanno fatto riflettere. La prima è una citazione. L'amore è come una pianta. Se non gli dai l'acqua muore. Mi pare averla già sentita da qualche parte. La seconda è uno scoop. Marina e Rocco. Una coppia unita. Da tutto. Non manca niente. Un dialogo spiritoso, elegante ed intelligente. Un'indubbia forte attrazione fisica, Un cocktail che permette al rapporto di sopravvivere anche "dopo". La tenerezza dei loro incontri, il quando dei loro incontri. Gli occhi di lei. La vicinanza, comunque e quantunque, di lei....eppure anche Rocco e Marina hanno litigato. E di brutto. E si sono mandati a quel paese reciprocamente. Un addio ? Di quelli funesti, rancorosi,,,,,macchè...dopo due ore lui era lì a dettarle una definizione. Ad averle le condizioni per riparlarsi. Senza parlare. Non serve.
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  • 13 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    09/05/2022
      

    Nelle profondità del male

    Ormai attendiamo l'appuntamento annuale con il vicequestore Rocco Schiavone e la sua variopinta squadra come un momento di grande piacere, che cerchiamo di far durare a lungo con la nostra lettura. Questa volta il godimento della lettura, per me ai massimi livelli, è leggermente stemperato dalla terribile gravità del crimine che Schiavone si trova ad indagare, violenza e uccisione di un bambino, per giunta commessi 6 anni prima, con le difficoltà che aumentano in modo esponenziale e che vedono l'indagine più volte ad un punto morto. E così assistiamo nelle 400 pagine che Manzini ci offre ad interrogatori di numerosi testimoni e sospettati, oltre che ad un andirivieni di Rocco tra Aosta, Ivrea e Torino. Anche il nostro vicequestore è condizionato da uno stress emotivo che raggiunge i suoi limiti massimi, attenuato solo dalla nascita dei cuccioli di Lupa. Un romanzo che scorre via veloce, non ci si stanca mai delle scaramucce verbali con gli agenti, ma anche con il PM e il questore, qui molto presenti. E il medico legale Michela Gambino è una vera protagonista dell'intreccio giallo, visto che le tracce e le prove da lei scoperte risulteranno quanto mai essenziali per la soluzione del caso. Finita la lettura ci mettiamo quindi in attesa del prossimo capitolo.
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  • 12 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/04/2022
      

    E' dal 2013 con "La pista nera" che Antonio Manzini ci racconta del vice questore Rocco Schiavone. Non ha mai mancato un colpo. E' bravissimo a descrivere i personaggi che gli ruotano intorno e che incontra nelle sue avventure personali e nelle investigazioni: uomini e donne pieni di vizi, manchevolezze, ma anche di generosità e qualità positive. Ottimo libro su un argomento che ci disgusta e ci commuove.
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  • 7 / 26 utenti hanno trovato utile questo commento
    21/03/2022
      

    Ottimo libro con un gran ritmo narrativo. Uno dei migliori della serie su Rocco Schiavone.
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