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  • 25 / 25 utenti hanno trovato utile questo commento
    27/10/2019
      

    Un manifesto di libertà scientifica.

    Le quattro epistole, composte fra il 1613 e il 1615, nascono dall'esigenza di disquisire sul rapporto tra scienza e fede. Galileo Galilei pur rivendicando, con opportune argomentazioni e secondo i canoni del gusto barocco, la necessaria autonomia degli studi scientifici dall'autorità della Chiesa (all'epoca ancora fautrice del geocentrismo) e pur sostenendo la teoria copernicana eliocentrica, afferma altresì di non voler per questo screditare o sovvertire le Sacre Scritture, che si occupano invece di Dio e della salvezza dell'uomo, pertanto di aspetti teologici e morali ( non certo di indagini scientifiche ); a tal proposito sottolinea più volte quanto sia importante non affidarsi ad una loro semplicistica  quanto fuorviante interpretazione letterale. Inoltre nella lettera indirizzata a Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana, Galileo a proposito delle "dispute dei problemi naturali", esalta la conoscenza umana acquisibile attraverso un metodo incentrato su "sensate esperienze" e  "dimostrazioni necessarie". In effetti il fisico asserisce, proprio in considerazione dei diversi ambiti di competenza della scienza e della fede, che l'eliocentrismo non è inconciliabile con la sostanza religiosa della Bibbia. Il tempo gli ha dato ragione.
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