Con l'espressione "armadio della vergogna" ci si riferisce ad un armadio rinvenuto nel 1994 a Roma in un palazzo cinquecentesco in Via degli Acquasparta, sede della Procura generale militare, contenente un archivio di 695 fascicoli processuali sui crimini di guerra nazifascisti.
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Occultati alla fine degli anni quaranta, questi fascicoli contenevano notizie su eccidi, omicidi e saccheggi compiuti in Italia tra il '43 e il '45, durante l'occupazione tedesca. Per questi crimini, alla fine della guerra non ci sono state istruttorie o processi, le prove dei misfatti sono state ritrovate solo mezzo secolo dopo, consentendo agli assassini sessant'anni di impunità. Franco Giustolisi dal 1996 sta combattendo la sua battaglia per far luce sull'"armadio della vergogna". (A5)
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