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La vita finora

Montanari, Raul

Baldini & Castoldi <casa editrice> 2018

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È l'autunno del 2016. Marco Laurenti, trentacinquenne professore delle medie con un passato di sofferenze famigliari e un presente di precariato sconfortante, parte da Milano per un incarico in un piccolo paese, in cima a una valle isolata dove la natura è prepotente e gli uomini ancora di più. Marco sospetta di essere un cattivo insegnante e un'anima piena di ombre. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    24/10/2019
      

    Specchi

    “Uno specchio dei nostri tempi. Un linguaggio di una trasparenza meravigliosa”. Queste due affermazioni, tratte dalla recensione posta in ultima di copertina, possono essere condivise. Il linguaggio è sicuramente diretto, efficace, deciso quando serve; al punto che le (apparenti) digressioni che ogni tanto interrompono il flusso della narrazione non solo non appesantiscono lo sviluppo ma, al contrario, col tempo si riveleranno fonte di migliore comprensione dei personaggi. Si può essere d’accordo anche con la prima frase, proprio per l’uso dell’articolo indeterminativo: non “lo specchio” ma “uno specchio”. Non è il caso di aggiungere quanto già sinteticamente ed esaurientemente anticipato dalla trama. L’intero romanzo è una collezione di specchi, di «immagini». Lo è il protagonista, coi suoi pregi ed i suoi difetti, ma anche la sua famiglia. Lo è il paese e la classe. E, di converso, il confronto fra i protagonisti (i personaggi «maggiori», quanto meno) ha una funzione di specchio nella misura in cui genera delle riflessioni. Per focalizzare (e semplificare) il discorso, nel romanzo si è preferito optare per una classica comunità chiusa, dove tale lavoro risulta decisamente più facile che se lo si fosse ambientato nella dispersività e promiscuità di un grosso centro cittadino e di un istituto di maggiori dimensioni. Questo proprio perché la focalizzazione dei personaggi e delle situazioni costituisce, senza alcun dubbio, l’aspetto maggiormente interessante del romanzo. Assai più del (lungo) finale, indispensabile perché la storia deve pervenire ad una conclusione. Un finale che progressivamente corre, come su un binario, verso un esito che non voglio certo definire banale ma sicuramente prevedibile, condito dalle considerazioni finali dei protagonisti; su tutte, l’inestinguibile bisogno di avere un «padre», una figura di assoluto riferimento.
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