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4 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento04/08/2019
Perché "il bisogno" di leggere questo libro.
Ágnes Heller è scomparsa recentemente. Ha lasciato un segno indelebile nella storia della cultura ungherese, europea, mondiale. Sopravvissuta all'Olocausto, si è scontrata col socialismo reale, fino a battersi contro Orban e la democrazia illiberale di cui è protagonista in Europa, corrente politica che va sotto il nome di "sovranismo". "La teoria dei bisogni in Marx" è stato uno dei testi di riferimento del movimento che in Europa e in Italia si era collocato a sinistra dei partiti comunisti e criticava nettamente l'esperienza del "socialismo reale". Il suo studio e l'approfondimento del marxismo, non sono stati più soltanto un arricchimento filosofico alla teoria economica e politica, ma hanno considerato e praticato un modo inedito di vedere la realtà, sotto gli aspetti della rivoluzione della vita quotidiana, che ha affascinato intere generazioni politiche negli anni Settanta. Una critica radicale al capitalismo, quanto la teoria dei bisogni radicali: "Il capitalismo è il ruffiano che producendo oggetti sempre nuovi e sempre nuovi bisogni non potrà mai diventare vera ricchezza, perché è il mezzo di una forza essenziale estranea agli individui, cioè dell'incremento della produzione capitalistica: l'estensione dei prodotti e dei bisogni si fa schiava - schiava ingegnosa e sempre calcolatrice - di appetiti disumani, raffinati, innaturali e immaginari... (Cfr. pag. 549) Dunque, una visione che supera criticandola ogni politica concertativa, riformista, una visione di classe "eretica" rispetto ai partiti socialdemocratici occidentali e quelli al potere nel blocco sovietico. Il libro è ricco di spunti, di riflessioni, di confronti col marxismo e lancia sguardi profondi nell'utopia comunista. "Dunque in Marx la vita quotidiana dell'uomo della società futura non è costruita intorno al lavoro produttivo, che anzi vi occupa un posto subordinato. Ne rappresenteranno invece il centro di organizzazione quelle attività e relazioni umane che sono conformi al genere per sé. I bisogni a esse diretti (i bisogni-scopo qualitativi) saranno i bisogni primari dell'uomo, costituiranno la sua individualità unica e limiteranno anche i bisogni di beni materiali. In questo modo si costituisce la personalità 'profonda' e ricca di bisogni". (Cfr. pag. 143). È inevitabile, a questo punto, chiedersi cosa rimane dell'analisi marxista di Heller. Ce lo dice lei stessa: " Quello che nelle idee di Marx sulla 'società dei produttori associati' e sul sistema di bisogni degli individui associati è per tanti aspetti utopistico se riferito al nostro oggi e alle nostre possibilità di azione, non per questo è meno produttivo: istruisce una norma con cui possiamo misurare la realtà delle nostre idee e il loro valore, con cui possiamo determinare la limitatezza delle nostre azioni: essa esprime la più bella aspirazione dell'umanità matura, aspirazione che appartiene al nostro essere. Ecco perché "il bisogno" di leggere questo libro.