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3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento02/04/2024La Storia racconta la brutalità della guerra, la promiscuità degli sfollati, la lotta della resistenza, il bisogno di sopravvivenza, l’attaccamento alla vita e agli affetti. Nel romanzo troviamo Ida Ramundo, giovane vedova ma già segnata dal tempo, e i figli Antonio (detto Ninnuzzu) e Giuseppe (che diventerà Useppe), quest’ultimo frutto di una violenza ad opera di un soldato tedesco di passaggio a Roma. Ninnuzzo è sveglio, forte, ribelle, tra i partigiani diventerà Assodicuori, un lottatore ma anche un errabondo che non conoscerà gloria. Useppe è quel che rimane a sua madre: piccolo e delicato, eppure capace di esplosioni di vitalità. Useppe però ha un “grande male” che lo logora: le crisi epilettiche, improvvise e paralizzanti, gli impediscono di vivere come tutti i bambini. E allora Ida diventa il bozzolo protettivo, la campana di vetro, vigile sorvegliante delle giornate di Useppe, tra le urgenze dettate dalla fame e i traslochi “fortunosi e forzati”. Ma quel male che talvolta sembra concedere una tregua all’esile creatura, ritorna come un’onda che travolge e strappa via, senza lasciare speranza. Vale la pena leggere l’introduzione di Cesare Garboli, che del romanzo traccia non solo l’analisi testuale ma anche il filo delle considerazioni personali, alla scoperta di un testo addirittura gaio, arioso, pieno di humor.Hai trovato utile questo commento?
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3 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento09/07/2023
Struggente bellezza
La storia di Elsa Morante Difficile trovare parole per raccontare le emozioni che questo romanzo è stato capace di suscitare. Difficile raccontare i momenti di serenità e leggerezza che mi ha regalato, accanto alle lacrime che hanno iniziato a scorrere senza che potessi fermarle. La trama narra la storia di Ida , un'insegnante ebrea da parte di madre, rimasta vedova a crescere un figlio adolescente. Ida e Ninuzzo vivono le loro esistenze in una situazione di apparente normalità tra un figlio adolescente e sua madre: soliti battibecchi e le litigate, che mi hanno fatto pensare ai miei figli e mi hanno restituito l'immagine di una Morante con grande capacità di scavo psicologico. Ad un certo punto nelle loro vite , un evento imprevisto e terribile giunge a cambiare le cose: una violenza . Ida viene violentata da un soldato tedesco e per questo resta incinta. Essendo per metà ebrea, nasconde la sua gravidanza a tutti, come se questo contribuisse ad aggravare ulteriormente la sua posizione. Inoltre Ninuzzo, sedicenne è un convinto fascista, quindi non saprebbe neanche cosa raccontargli di tutto questo. Tra la consapevolezza e il bisogno di dimenticare la violenza, la gravidanza procede e fortunatamente viene alla luce questo piccolo esserino pieno di vita: Giuseppe, che tutti poi chiameranno USEPPE. Useppe sarà capace di farsi amare e benvolere da tutti. Ninuzzo lo adora e non chiederà neanche troppe spiegazioni a sua madre sulla sua nascita. La guerra arriva poi a modificare completamente la sorte di questa famiglia, costringendo Ida e Useppe a vivere come sfollati per un lungo periodo e Ninuzzo a lottare con la Resistenza. Non più luce e sole, ma solo intere giornate passate a nascondersi in luoghi putridi e malsani, fame e sporcizia metteranno a dura prova i nostri protagonisti. Ninuzzo è un personaggio ilare, di grande bellezza fisica e carisma, mi è parso un ragazzo reale, con le stesse caratteristiche di un giovane di 16 anni : a volte troppo sicuro di sé, ma tanto simpatico. Nella mente di questa madre Useppe è un piccolo essere da proteggere, Ninuzzu è forte e nulla può fargli male. Col procedere della narrazione, gli eventi hanno intrecciato i destini dei nostri tre personaggi con quelli di altri esseri umani, tutti raccontati con tale precisione e dovizia, che mi sono sembrati reali. La Seconda guerra mondiale così narrata, ha toccato profondamente la mia anima e il mio cuore. Il momento di maggiore angoscia è stato quello della deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma, la storia più straziante è stata quella di Santina, una prostituta. Ho fatto il tifo per Ida, Ninuzzo e Useppe, perché uscissero incolumi dalla guerra. Quello mi sembrava il pericolo più grande, invece ho capito che la vita è imprevedibile e che probabilmente le battaglie più difficili sono quelle della vita quotidiana. Mi sono sentita Ida in questa storia, col desiderio di proteggere i miei figli e ho sofferto con lei, tra le lacrime. Un romanzo di una bellezza lacerante, da leggere se non avete paura di guardare in fondo al dolore per ritrovare la vostra storia. Ecco, credo che questa "Storia" della Morante sia un po' la storia di tutti noi, quella che ci appartiene perché è relativa al dolore e a come poter sopravvivere ad esso. Un capolavoro, a mio avviso, di un'autrice troppo sottovalutata. Buona lettura Simona StefanelliHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato