14 agosto 1943, Parigi occupata, i rastrellamenti nazisti sconvolgono la città: il piccolo Marcel, 5 anni, sta giocando al parco assieme alla governante Annette e la polizia fa irruzione in casa.
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Quando i due ritornano la portiera li blocca, salvandoli: dal marciapiede di fronte il piccolo Marcel (l'autore del libro) vede madre, padre, sorellina neonata, nonni paterni, due zii e una prozia salire su un camion. Saranno inviati ad Auschwitz e di lì nessuno farà ritorno. Ora, per la prima volta dopo settant'anni e sulla base di pochissimi ricordi (scarse sono le memorie personali, pochissime le foto, rarissimi e miseri gli oggetti rimasti: un portauovo, un braccialetto, una cuffia, un pupazzo...) l'A., tenta di ricostruire le vite dei suoi cari, annientate dalla cieca violenza nazista, rendendo a ciascuna omaggio profondo e forma di lacunosa ma folgorante di sopravvivenza e, in modo affatto sentimentale, ricava dal materiale un racconto di grande capacità evocativa facendo parlare il silenzio, le lacune della storia, le carenze della nostra memoria, senza mai ricorrere a finzione. In copertina significativa la riga: 'Un magistrale ritratto di famiglia... un quasi nulla strappato all'abisso di Auschwitz'.