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18/03/2025
La caduta dei miti
È un libro davvero singolare che non fornisce molte risposte alle tante domande. Quindi che cosa racconta. Racconta di Tito Stella e del movimento dei Ravuchol a Viareggio. Marcello Gori, il protagonista, deve fare la propria tesi di dottorato proprio su di lui. L’autore descrive in modo impietoso il mondo accademico, che si incarna, qui, nella figura dominante del professor Raffaele Sacrosanti, usando un linguaggio a dir poco sferzante. Sbeffeggia persino Carlo Emilio Gadda mostrando così l’inconcludenza di un certo snobismo intellettuale. Anche se lascia cadaveri dietro di sé come quello di Carlo Ceccanti, suicida dopo l’ennesimo schiaffo alla carriera. Eppure, attraverso Tito Stella e il gruppo dei Ravuchol, vengono raccontati gli avvenimenti del fascinoso Sessantotto prima e dei cosiddetti Anni di Piombo poi. Descrivere come inconcludenti le loro azioni, non è esatto. Viareggio, dove l’azione si svolge, non è, in definitiva, diversa dalla mitica Milano. E il gruppo vi compie le stesse azioni. Eppure, vi è una differenza sostanziale: nessuno si fa male. Sembrano più delle goliardate che delle vere azioni di guerriglia urbana. La rapina alla banca. La gambizzazione. Anche la fine tragicomica del gruppo, che dopo il sequestro del giudice Altieri, si spara addosso, uccidendo l’unico innocente: l’appuntato Domenico Navarra, è la fotocopia scalcagnata della sparatoria alla Cascina Spiotta, nella quale morirono l’appuntato Giovanni D’Alfonso e Margherita Cagol. Non esiste il mito delle Brigate Rosse, ci dice l’autore. Da questo momento, però, la ricreazione è finita. Tito Stella, che non ha partecipato al sequestro, viene catturato e condannato all’ergastolo, assumendosi la colpa di Barabba. Barabba, questo sì un nome mitico. Marcello Gori scopre chi si cela dietro quel nome e non porta a termine la sua tesi. Anche per lui la ricreazione è finita. È tempo di diventare adulti. A mio avviso Dario Ferrari ha voluto mettere alla berlina coloro che ancora oggi considerano quei fatti, e quelle morti, degli atti di guerra verso lo Stato mentre sono stati solo degli omicidi. La sua scrittura, infatti, nei dialoghi, soprattutto, è surreale prima ancora che sarcastica. Eppure, quei fatti sono avvenuti per davvero e molti di noi li hanno vissuti.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento02/01/2025
Giovinezze incompiute
Un romanzo originale che riesce a trattare temi complessi avvalendosi di uno stile che oscilla tra l’ironia tipicamente toscana e una riflessione che, a tratti, si lascia andare a una vena di malinconia. All’inizio ero scettica davanti a tanto clamore positivo: “Carino, sì, ma niente di che”. Ma poi è stato un crescendo: una di quelle letture che più vai avanti e più ti coinvolgono, fino a farti entrare nella storia e sentirti parte di essa, per poi condurti a un finale davvero esaltante. La narrazione si sviluppa su due piani temporali, in cui si rispecchiano le vicende di due giovani: Marcello e Tito. Da una parte Marcello, un trentenne di Viareggio che vive in un perenne stato adolescenziale, rifiutando di crescere. “Cerca di prolungare ad libitum la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo.” L’unica certezza che ha è quella di voler “dirazzare”, ovvero non finire a gestire il bar di famiglia, come invece vorrebbe suo padre. Per puro spirito di contraddizione, si decide a partecipare a un dottorato di ricerca in Lettere all’università di Pisa e, contro ogni previsione, vince la borsa di studio. Entra così nel mondo accademico, e il “barone” Sacripanti, il suo professore, gli assegna una tesi su Tito Sella, un altro viareggino, che ha vissuto la propria giovinezza in modo diametralmente opposto. Tito è stato un terrorista negli anni settanta, finito presto in carcere, dove è morto ma non prima di aver completato alcuni scritti, che diventano l’oggetto della ricerca di Marcello. Attraverso lo studio di Tito e il racconto delle sue vicende, Marcello cerca di comprendere sé stesso, nonostante all’apparenza non ci sia alcun legame evidente tra i due. E qui l’autore riesce a creare un interessante cambio di prospettiva, tessendo una simmetria tra due generazioni, distanti nel tempo ma accomunate dal disincanto, dallo spaesamento di sentirsi fuori fuoco, dalla difficoltà di trovare una propria collocazione nel mondo. Il disagio generazionale emerge con forza, con Marcello e Tito che rappresentano due facce dello stesso smarrimento: uno più intimista, l’altro più ideologico, ma entrambi intrappolati in una ricerca di significato che sfugge continuamente. “Due giovinezze incompiute, diversissime eppure con una loro sghemba simmetria.” Inseguendo Tito, o meglio il suo fantasma, Marcello viene catapultato a Parigi, dove pensa di aver trovato finalmente sé stesso e il suo posto nel mondo. Pensa, appunto. Perché Marcello, come Tito, non è un vincente, ma appartiene alla categoria degli “irrisolti”. Il successo di questo romanzo è, a mio avviso, del tutto meritato. Ferrari gioca abilmente con diversi generi letterari, dal romanzo di formazione al romanzo universitario, con incursioni nel romanzo storico e politico. Una commistione il cui risultato è un’opera poliedrica e originale. Superbo è anche il ritratto del mondo accademico: le lotte di potere tra cordate, “le pretestuose contrapposizioni ideologiche”, gli intrighi e le dinamiche che regolano la carriera universitaria. Anche la rappresentazione del contesto storico legato a Tito Sella è particolarmente efficace, richiamando alla memoria le contraddizioni e le ferite, ancora non completamente risolte, degli anni di piombo in Italia. Infine, l’uso sapiente di un linguaggio brillante e dinamico, capace di alternare ironia e profondità, riesce a mantenere un buon ritmo costante. Una lettura che mi ha convinto. Consigliata.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento21/10/2024
Il vero e il falso.
È così che "vedo la storia", qui riportata, da Dario Ferrari. Siamo agli inizi degli anni 2000 e uno sfaccendato uomo, ultratrentenne, studente universitario, ormai fuori corso, che per un fortuito caso e per una catena di piccole coincidenze si ritrova assegnatario di un dottorato in letteratura su un "immaginario" extraparlamentare di sinistra, degli anni Settanta. Il lavoro dell'autore si sviluppa nel portare lo studio, la ricerca del protagonista a rivivere, a ripercorrere gli anni di lotta armata.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento24/08/2024Marcello ha 30 anni e vive a Viareggio, sì è laureato in lettere con il minor impegno possibile, si arrangia con qualche lavoretto, non ha nessuna intenzione di subentrare al padre nella gestione del bar di famiglia, ha una fidanzata che sembra stargli antipatica e un gruppo di amici più o meno sconclusionati. In maniera del tutto inerziale decide di partecipare al concorso di dottorato all'università di Pisa e, contro ogni previsione compresa la sua, arriva secondo. Inizia così la sua carrirera di dottorando, non avendo in fondo nessuna idea di ricerca il suo relatore gli assegna Tito Sella, terrorista condannato all'ergastolo e morto in carcere ma anche scrittore di un certo talento. Satira sul sistema universitario, percorso di formazione, narrazione sugli anni di piombo: Ferrari riesce a tenere insieme tutti questi registri e scrive un romanzo appasionante sia per le vicende del consapevolmente mediocre ma sicuramente simpatico Marcello, che per la storia del militante, terrorista, ergastolano e scrittore Tito Sella. E' tutto inventato ma tutto credibile e anche i personaggi secondari (ma è riduttivo definirli così) hanno una loro compiutezza e vivacità. Consigliato.Hai trovato utile questo commento?
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5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento08/08/2024
Diventare adulti
Si tratta di un romanzo davvero interessante, scritto benissimo, un libro che si divora. Un trentenne di Viareggio, con una inutile laurea in Lettere vince, abbastanza per caso, un concorso per un dottorato di ricerca all'Università di Pisa, e gli viene assegnata una ricerca su uno scrittore viareggino condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata negli anni '70 dello scorso secolo. A poco a poco finisce per immedesimarsi in questo autore di cui non aveva mai sentito nemmeno parlare (o meglio, non ricordava di averne sentito parlare), e, man mano che studia la sua vicenda e le azioni del gruppo "rivoluzionario" che aveva fondato, una specie di Armata Brancaleone che fino all'ultima azione, finita tragicamente, non aveva mai fatto vittime, scopre come sia difficile crescere e diventare adulti. Perché lui non ci aveva mai pensato a crescere, aassumere responsabilità, si era sempre fatto trascinare dagli eventi, senza prendere decisioni, senza fare scelte, insomma, senza vivere davvero. Le pagine dedicate al mondo universitario sono cinicamente illuminanti su un sistema di potere purtroppo molto reale. Un libro da leggere, assolutamente.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento15/06/2024
Romanzo interessante e ben scritto
Marcello è un trentenne viareggino laureato in Lettere, che vive nella sua bolla di provincia, in un tempo fermo e inconcludente. La sua esistenza subisce uno scossone quando, vincitore quasi per caso di un dottorato di ricerca, si immerge completamente nello studio della vita e dell'opera letteraria di un certo Sella, ex terrorista degli anni Settanta. Il processo di immedesimazione di Marcello con l'estremista rivoluzionario si avvia e si amplifica sempre di più, fino a raggiungere il culmine nell'epilogo del romanzo (con un finale a sorpresa). La scrittura è godibile, divertente, ironica, irriverente (nella descrizione impietosa del mondo accademico).Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento22/05/2024
Molto di più
Ho iniziato questo libro con grandi aspettative e devo dire che si è rivelato molto di più rispetto a quanto immaginato. Questo romanzo è tante cose e tanti generi diversi: è anche, in un certo senso, autobiografico per ogni lettore che si accosti a esso con sincerità e desiderio di ricercare "quel momento in cui l'uomo sa per sempre chi è ". È una narrazione ironica e imprevedibile perché, sino alla fine, non riesci ad anticipare lo sviluppo degli eventi, tra il presente e un passato non tanto passato anzi, a volte, più attuale del momento agito. Forse, senza banalizzare, anche una riflessione sulla logica che ci porta spesso ad affermare che "in medio stat virtus" e sul significato di accettazione responsabile delle scelte compiute. Lo consiglio fortementeHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
13 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento15/11/2023
L'irresponsabile inerzia è finita
A Marcello, laureato in lettere viareggino, non va di fare niente, soprattutto di pensare al proprio futuro, sia quello lavorativo (avrebbe un posto sicuro nel bar di famiglia) che quello sentimentale (sarebbe felicemente fidanzato con una brillante studentessa di medicina). Cerca, dice lui, di restare fermo, "di procrastinare fino a quando tutte le possibilità sono evaporate" e restare nel suo "bozzolo di inconcludenza". Quando per caso (ma sarà tale?) vince un dottorato e il suo professore, un barone di chiara fama, gli assegna una tesi su Tito Sella, scrittore e terrorista degli anni Settanta, la ricreazione finisce, e si inizia a fare sul serio. A questo punto Ferrari è così bravo da alternare le vicende tragicomiche di Marcello, eterno vitellone alle prese con i cambiamenti della sua vita, a quelle, ben più responsabili, ma in un certo senso surreali, di Tito, che vuole rivoltarsi insieme ai suoi scalcagnati compagni contro l'autorità costituita e finirà con il pagare un alto prezzo. Fa molto ridere la ricostruzione del mondo universitario, ma sospettiamo che nella realtà non ci sia molto da divertirsi. Elegante e coinvolgente è lo stile narrativo, estremamente inaspettato il finale, degno di un giallo. Da leggere per divertirsi ma anche per imparareHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento19/10/2023Stavolta mi risulta difficile commentare questo libro, storico, politico, poliziesco, nostalgico, di cronaca, è un pò tutte queste cose. Ferrari in queste 400 pagine ci mette la storia passata delle bande armate, la passione politica, il mondo marcio dell'università, racconta la vita di provincia, e di un provinciale che si ritrova non sa bene come a Parigi. La Parigi che accolse terroristi, la Parigi dei viver. Insomma un libro con mille sfaccettature, ma semplicemente fantastico, perchè ha un finale del tutto inaspettato da giallista consumato. StraconsigliatoHai trovato utile questo commento?
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