Il talento di Carrisi si manifesta nel rendere avvincente e accattivante una storia assolutamente banale: una ragazzina scompare e la polizia indaga sul possibile rapitore. Ma a rendere il tutto estremamente coinvolgente è la capacità dell'autore di costruire una narrazione funzionale, arricchendola di flashback posti al momento giusto, proprio quando nella narrazione presente entra un elemento saliente dell'indagine. La curiosità del lettore così cresce esponenzialmente ed è per questo che il libro, benché corposo, si finisce nell'arco di una giornata. Notevole anche la capacità di Carrisi di descrivere i tratti psicologici dei vari personaggi: il lettore così si costruisce un'idea che però viene completamente ribaltata nel finale a sorpresa, quando proprio all'ultima pagina si scopre l'identità del vero assassino. Do 4 stelle invece di 5 perché i personaggi e l'ambientazione ricordano molto quelli di una storia statunitense, mentre in realtà il libro è ambientato in un paesino delle Alpi.

Un giallo avvincente che tiene con il fiato sospeso fino al finale a sorpresa. Ho trovato la trama tragicamente verosimile. Consiglio anche il fim.

Non che dubitassi del talento di Donato Carrisi, ma ero sinceramente curioso di scoprire cosa avrebbe saputo offrirci al di là della saga di Mila e di quella di Marcus. La risposta sta in questo ottimo thriller, creato con sublime ispirazione e scritto con il solito ipnotico stile narrativo. Una trama sapiente in cui il lettore potrà persino sentirsi sballottato fra certezze apparenti che si sgretolano e un senso di impotenza. Sino alla crudele soluzione finale. Sino alla scoperta dell'ultimo colpevole; o, magari, del primo. Perchè in questo trhiller non c'è un solo colpevole: alla fine, riconsiderando tutto con la necessaria lucidità ed onestà, di "colpevoli" ne troveremo (almeno, io ne ho trovati) cinque.