Si narra che la Sibilla, adirata contro le fate che s'attardavano a ballare il salterello coi pastori, avrebbe scagliato loro contro le pietre che divennero il paese di 'Arquata del Tronto': pietre destinate a rotolare di nuovo, drammaticamente, durante il terremoto.
[...]
Le sorelle Nadia e Olga si sentono a casa quì, in questa terra che si muove e che, scendendo dai monti Sibillini verso il mare, digrada a campagna. Il papà ha trascorso la vita coltivando campi e dunque ancor oggi la famiglia viene trattata con rispetto. Ora però tutto è cambiato: l'amore e il lavoro hanno portato Olga e Nadia lontano e i loro figli sono cittadini del mondo, la gente vuole fragole e susine anche a gennaio e ...è una nuova stagione. E' il tempo di separarsi dalla terra. Inizia così per le due sorelle un viaggio a ritroso, nella memoria, e uno reale, attraverso i colloqui coi possibili acquirenti del terreno, gli ex mezzadri arricchiti e gli emissari di multinazionali della frutta: tutti maschi, tutti ambigui, tutti apparentemente incapaci di capire quanto male facciano le radici quando bisogna tagliarle. È davvero tutto immutabile nell'avvicendarsi delle generazioni e dei raccolti? Possiamo ancora sperare di lasciare questo pianeta migliore, almeno un po', di come lo abbiamo ricevuto?