Un dolce viaggio, le cui orme s'intrecciano delineando nel loro insieme un ritorno alle origini e un ingresso di stupore per quel che gli occhi riusciranno infine ad ammirare, dopo che per lungo tempo la realtà era stata custodita da memorie narrate. Passo dopo passo, mano nella mano, all'orizzonte che pian piano si avvicina, s'infrange sul suo cammino il ricordo di una storica emigrazione spesso celata ma mai dimenticata. Una montagna, sin dal titolo «capovolta», che oltre ad essere affettuosa reinterpretazione di un'altra generazione, può esser letta come un invito a non porre alcun oblio né un unico punto di vista sul vissuto migrante di alcuna persona che, tra passato e presente, ovunque ripone la sua speranza nel futuro e in un sincero confronto con chi incontrerà lungo il proprio inconfondibile percorso.