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0 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento22/07/2018Utilizzando fonte diaristiche, articoli, saggi e pubblicistica dell'epoca, Patrizia Gabrielli traccia la portata che la propaganda (collegando la retorica patriottica del Risorgimento alla retorica della 1° guerra mondiale intesa come campagna di civilizzazione) ebbe sulla percezione che bambine, bambini e adolescenti ebbero degli anni di guerra. Di come contribuì a definire nettamente generi e ruoli e di come in qualche modo preparò l'avvento del fascismo. Le voci sono soprattutto quelle dei ceti benestanti - i ceti più umili che furono i più colpiti dalle conseguenze della guerra furono anche quelli che si espressero di meno - ma non per questo il lavoro di Gabrielli è meno esaustivo e interessante. Colpisce qua e là l'emergere di una diversa consapevolezza, di un modo di percepire la guerra in maniera diversa, non guerra santa e giusta quindi ma avventura catastrofica e orrenda.