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La generazione tradita : gli adulti contro i giovani

Celli, Pier Luigi

Arnoldo Mondadori editore 2010

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Alla freccia lanciata dalla prima pagina di "Repubblica" - con lo stratagemma retorico di una lettera al figlio che, terminati gli studi, viene invitato a lasciare il Paese e cercare lavoro all'estero -, segue questo agile saggio, in cui Pier Luigi Celli ripercorre le polemiche infuocate provocate dalla sua sortita, sincera, in relazione a un problema molto serio: il futuro dei nostri figli. Il direttore generale della Luiss, la prestigiosa università di Confindustria ci parla dell'Italia di oggi. E lo fa analizzando con competenza, ironia e consapevolezza anche molto critica le regole che governano il lavoro, quelle che determinano l'accesso al lavoro, e ancora quelle che riguardano la formazione: gli studi e il sistema di trasmissione del sapere e del potere, un pamphlet caldo e leale su molti vizi e poche virtù. Celli trova che l'attuale classe dirigente manchi di onore ed è profondamente perplesso sul futuro socioeconomico del nostro Paese, attualmente non vede nulla all'orizzonte. Dopo anni di battaglie per il cambiamento, la sua diagnosi è radicale: "Se avessi vent'anni, me ne andrei all'estero". Il mondo è per fortuna vasto e meraviglioso: che male c'è a volerlo conoscere?
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    06/12/2019   

    Verso il decennale di un libro profetico

    Il libro è stato pubblicato circa dieci anni fa. L'autore, Pier Luigi Celli, era all'epoca direttore della LUISS. Da quella posizione, contrariamente a un certo andazzo diffuso, Celli misurava con preoccupazione le enormi difficoltà dei suoi laureati ad entrare nel mondo del lavoro. Il libro è un invito alla responsabilità nei confronti delle nuove generazioni. Si apre con una drammatica lettera, pubblicata da Celli su un quotidiano a tiratura nazionale, in cui un padre suggerisce al figlio di lasciare l'Italia. In seguito alle reazioni piccate di politici e giornalisti a quella brillante provocazione, Celli decise di chiarire la sua posizione critica in questo bel libro: teso, maturo, autorevole, documentato. Stamattina è uscito il rapporto Censis, in cui, tra le varie e tristi analisi sulla condizione del paese, c'è anche la notizia che il numero di giovani che hanno lasciato il paese negli ultimi dieci anni ammonta a ben 400.000 persone. Celli, ovviamente, non sarà contento di essere stato profeta in patria. In ogni caso, si avesse un po' di memoria storica, non si incontrerebbe difficoltà a riconoscere in Pierl Luigi Celli una persona onesta e lungimirante. Il libro è una diagnosi spietata degli abusi, del furto di futuro perpetrato ai danni dei giovani, spesso, purtroppo, nel nome della Repubblica italiana. Da leggere, dicevo, con capacità retrospettive, come un importante monito caduto nel nulla. E da meditare a lungo, prima di affidare le proprie speranze di futuro al primo politico forcaiolo, fanfarone e privo di spessore intellettuale, che se ne va in giro per l'Italia raccontando che il principale problema del paese sono le ONG che tutelano i migranti e i rifugiati.
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