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La forza del destino : [romanzo]

Vichi, Marco <1957- >

narrativa Guanda <casa editrice> 2011

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È la primavera del 1967. Passata l'alluvione di novembre, Firenze comincia a rinascere. [...]
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  • 1 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    31/12/2024   

    La storia continua

    Questo libro segue e continua la storia tragica del precedente:qui Bordelli salta il confine stabilito dalla legge e dalla morale,ma come dargli torto?L'ambiente è bucolico,i ritmi più pacati,i personaggi più tranquilli e il pugno allo stomaco del libro precedente pian piano si stempera.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/06/2024
      

    Bordelli si trova sospeso tra la sua vecchia vita, quella di commissario alla ricerca di verità e giustizia, e la sua nuova condizione, di uomo che scopre il piacere della vita in campagna, con i suoi ritmi lenti e l'armonia con la natura. E poi ci sono i suoi amici, i ricordi del passato, e qualche conto da regolare... In questo romanzo più che mai Bordelli ci appare come un uomo in balia dei suoi sentimenti e delle sue debolezze, ma capace di gesti inaspettati. Lettura coinvolgente.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    16/12/2019
      

    La forza dell’uomo

    Bordelli non è mai stato tipo da credere nel fato, nel destino precostituito. Crede nella responsabilità e sa comprendere le situazioni. Ha risolto il caso di Giacomo Pellissari, ma non è in grado di punire i colpevoli; i quali, anzi, lo hanno colpito facendo del male ad Eleonora, che adesso non è più accanto a lui. E potrebbero fare del male anche ai suoi amici, che sempre gli sono vicini e che piacevolmente animano l’esilio forzato in cui ha scelto di ritirarsi. Forse, però, è il fato a credere nel commissario Bordelli e ancor più nel vecchio comandante partigiano, offrendogli una impensabile opportunità per rendere giustizia alla piccola vittima del precedente romanzo. L’occasione deriverà dall’indagine su un caso di suicidio di cui l’ormai ex commissario accetta di occuparsi, poiché la madre della giovane vittima mai ha creduto alla versione fornitale. La storia scorre, quindi, su un duplice binario che alla fine troverà composizione e, contemporaneamente, rivelerà al commissario quale via seguire per diventare uno strumento del destino: per trasformarsi in una vera e propria Nèmesi. Il romanzo non raggiunge le vette del precedente “Morte a Firenze”, di cui è a tutti gli effetti la prosecuzione ed il compimento, ma è comunque di buonissimo livello e, come spesso accade coi racconti che Vichi incentra su Bordelli, i suoi confini eccedono considerevolmente quelli del comune thriller sia per la trama sia per la ricchezza dei rapporti umani che lo permeano.
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