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La figlia ideale : [romanzo]

Grandes, Almudena

Guanda <casa editrice> 2020

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Nel 1954 Germán Velazquez Martín decide di tornare a casa. Aveva lasciato la Spagna un attimo prima della caduta della Repubblica grazie all'aiuto del padre, illustre psichiatra perseguitato dai franchisti. Negli anni dell'esilio in Svizzera, Germán si è laureato e in seguito ha condotto una importante sperimentazione su un nuovo farmaco. [...]
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    13/01/2025
      

    Bellissimo

    Una bellissima storia nella Spagna post-franchista di una famiglia smembrata per colpa della seconda guerra mondiale, il figlio viene spedito d'urgenza in Svizzera e rimane a vivere lì. Da grande decide di tornare in Spagna a praticare la professione di psichiatra e in ospedale incontra una giovane donna cresciuta nell'ospedale psichiatrico in quanto figlia del giardiniere. La storia di dipana fra questi 2 protagonisti e li segue nel presente con continui flashback del passato. La scrittura è intensa e i capitoli lunghissimi rendono a volte la lettura faticosa ma la storia è profonda e i sentimenti ben delineati. Un libro che consiglio
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  • 3 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giuseppe Meffe

    18/12/2022   

    Il prendersi cura delle personalità fragili

    Siamo in Spagna dopo la caduta della repubblica nel 1939 Geman riesce ad andare in esilio a Neutachal in Svizzera, viene accolto dalla famiglia-dalla moglie Lili e i figli Anna, Willi, Else e Rebecca - di un vecchio amico del padre Samuel Goldstein psichiatra infantile ebreo tedesco che viene invitato a un convengo da Jean Piaget epistemologo e psicologo Svizzero, studia psichiatria a Losanna e viene assunto in una prestigiosa clinica privata di Berna dove sviluppa un nuovo farmaco neurolettico la Clorpromazina efficace nei disturbi schizofrenici capace di agire sul livello dell’umore. Sono tre i protagonisti centrali di questo romanzo, tre vite che si incontrano estrinsecando sentimenti profondi pur seguendo vicissitudini diverse restano legati per l’esperienza di profondità emotiva vissuta. German Velasquez Martin, nasce nel 1920 a Madrid ed è figlio di Andres noto psichiatra responsabile della sanità pubblica della Madrid assediata, da piccolo rimane affascinato e stupefatto per l’ascolto in una seduta di una paziente, che si reca dal padre insieme al suo avvocato, donna Aurora Rodriguez Carballeira che viene condannata e rinchiusa nel manicomio femminile dove opera una ricostruzione di pupazzi di stoffa con dinamiche proiettive ed aspetti di sé sulla figlia che a 2 anni sa leggere a 3 scrivere a 13 iscritta università a 18 laurea in giurisprudenza con la pubblicazione gli articoli che rivendica come suoi a favore dell’eugenetica che tratta il perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi, la funzione crea l’organo e la sopravvivenza della specie dipende dai suoi individui meglio adattati. Un programma terapeutico che svilupperà, tornando in Spagna nel manicomio femminile di Ciempozuelos ed è qui che tra i pazienti ritrova, dopo tanti anni, donna Aurora con una diagnosi di disturbo di personalità paranoide con l’aiuto e la complicità di Maria Castejon Pomeda l’ausiliaria-nipote del giardiniere del manicomio femminile orfana e povera-verso la quale manifesta un sentimento sincero verso donna Aurora per una profonda riconoscenza affettiva nell'avergli insegnato a saper affrontare il vivere nel mondo. Sono rimasto affascinato dalla lettura di questo romanzo per la descrizione dettagliata e approfondita dei vissuti dei personaggi; in modo particolare su alcuni dialoghi del disturbo paranoide in un periodo storico dei più difficili della storia. L’ho trovato anche molto attuale viste le tante tematiche che tratta questioni per le quali ancora oggi c'è urgenza di conoscere e sapere di più, nel campo della cura e della salute mentale ed anche sulle questioni migratorie con situazioni di fermare i conflitti di guerre passate ed in essere. La necessità di una memoria storia per gli orrori accaduti nelle pratiche di tortura per la cura dell’omosessualità vista come malattia mentale con i giudici che ponevano l’offesa alla morale. Gli uomini libertini che per amoreggiare con chiunque utilizzavano i manicomi per far rinchiudere le mogli. La questione etica sullo “stop e go” della terapia dei pazienti e le conseguenze che ne derivano. La valutazione politica è imprescindibile al lancio di programmi terapeutici, a quell'epoca esistevano ben tre ministeri della guerra e nessuno per la salute ma solo una direzione generale della Salute. Ho provato per un attimo a mettermi nei panni dei personaggi dei loro vissuti la sensazione è stata sconfortante e drammatica, ma anche di un’autentica passione di intenti e di sentimenti verso il tendere alla ricerca di una vita migliore. [Giuseppe BdRBa]
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  • 14 / 14 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/04/2022
      

    romanzo potente e delicato

    La figlia ideale è un romanzo potente e delicato allo stesso tempo, un canto a tre voci ambientato negli anni cinquanta nel manicomio femminile di Ciempozuelos, nei pressi di Madrid, dove lo psichiatra Germán Velazquez Martín tenta di sperimentare un farmaco sulle donne ricoverate, tra cui l'enigmatica figlicida Aurora Rodríguez Caballeira. La scienza ufficiale disconosce questa pratica e la Chiesa vi si oppone come a qualcosa di contrario alla cristianità, eppure "se Dio aveva creato tutto, anche la tavola periodica degli elementi doveva essere opera sua". Germán viene isolato, contrastato, boicottato, ma trova in María Castejón, infermiera ausiliaria "dolce come lo zabaione", un'alleata e confidente. Il racconto è un profluvio di storie che intrecciano le vicende personali dei protagonisti, la dittatura franchista, e soprattutto il tentativo di essere anticonvenzionali in una Spagna fortemente conservatrice e clericale. Almudena Grandes è stata davvero una delle più grandi scrittrici contemporanee, un'autrice nata per raccontare, e questo suo ultimo intenso romanzo ne serberà il ricordo.
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  • 8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    23/01/2022
      

    Oppressione

    Questo romanzo mi è piaciuto. Nonostante non sia una fan di Almudena Grandes, pur riconoscendo che scrive molto bene, in questo romanzo ho trovato molto del suo amore per la Spagna più che in altri suoi libri. Sono molte e importanti le tematiche che la Grandes tocca anche se forse oggi un po' datate e per fortuna superate: l'eugenetica, la dittatura, la consapevolezza e la cura delle malattie mentali, il fondamentalismo religioso. Germàn Velasquez, psichiatra in un manicomio femminile, è più che il protagonista, il raccordo tra una sequela molto nutrita di personaggi che forse un po' appesantiscono il libro. Tutto il romanzo è pervaso da un senso di chiusura e di oppressione: la paura e le leggi non scritte oggi anacronistiche, che nella Spagna degli anni '50 facevano parte della vita di tutti i giorni, erano la conseguenza della dittatura di Franco ma anche dell'ingerenza della Chiesa Cattolica più reazionaria e ottusa. Il respiro del racconto però si fa più luminoso e aperto nelle ultime pagine ambientate negli anni '70, quando la Spagna comincerà ad aprirsi al mondo. Luana BdRBa
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    18/01/2022
      

    Un puzzle non del tutto riuscito

    Nonostante la bella scrittura e una storia molto interessante, ho fatto fatica a leggere questo romanzo. Non sono mai stata una grande amante della commistione tra fiction e fantasia, preferisco un saggio ben documentato a una costruzione che va a colmare le, chiamiamole, lacune del reale. In questo libro Almudena Grandes situa la storia essenzialmente nel manicomio di Ciempozuelos (nei dintorni di Madrid) negli anni Cinquanta. Nel manicomio è rinchiusa Aurora Rodriguez Carballeira nota alle cronache per il brutale omicidio della figlia "perfetta" diciannovenne che cominciava a manifestare quelle che agli occhi della madre erano "imperfezioni". L'omicidio rimane tuttavia sullo sfondo, è dato per scontato e noto. Attraverso l'interazione tra Aurora e il nuovo "moderno" psichiatra, Grandes coglie l'occasione per dipingere un grande affresco della Spagna franchista e di un nazional-cattolicesimo spietato. L'obiettivo è alto e in parte riuscito, ma ho sofferto quel continuo saltare aventi e indietro nel tempo e da una voce narrante all'altra. Ad ogni capitolo avevo un attimo di smarrimento che durava dieci righe perché non capivo immediatamente chi fosse "io". Troppe storie, troppe ambientazioni, troppi personaggi (alla fine ce n'è l'elenco come nei testi teatrali, un elenco in cui figurano tutti, anche le comparse). Le premesse c'erano tutte, alla fine le tessere sì si ricompongono, ma durante la lettura mi ha accompagnato una sensazione di grande caos. [Emanuela BdRBa]
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