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La felicità del lupo

Cognetti, Paolo

narrativa Giulio Einaudi editore 2021

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Arrivato alla fine di una lunga relazione, Fausto cerca rifugio tra i sentieri dove camminava da bambino. A Fontana Fredda incontra Babette, anche lei fuggita da Milano molto tempo prima, che gli propone di fare il cuoco nel suo ristorante, tra gli sciatori della piccola pista e gli operai della seggiovia. [...]
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  • 2 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    29/04/2023
      

    Purtroppo l'ho trovato scialbo e monotono. Mi pare che Cognetti continui a riscrivere il suo primo successo, "Le otto montagne". Dovrebbe probabilmente variare ambientazione e personaggi; onestamente hanno un po' stufato.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento
    13/06/2022
      

    La felicità del lupo è come un filo che percorre i trentasei brevi capitoli del libro, e li tiene assieme come se fossero altrettante cartoline d’alta montagna. Trentasei vedute di Fontana Fredda – tre mesi di freddo, nove mesi di gelo –, la località dove si intrecciano le vite di Fausto, Silvia, Babette, Santorso e pochi altri, immersi in una natura spesso proibitiva ma con la quale bisogna fare i conti e, in qualche modo, anche farsela piacere. Un ambiente in cui il passaggio tra le stagioni è solo in apparenza sfumato, ma in realtà è scandito da momenti, riti, che loro – quelli che la montagna la conoscono davvero – sanno riconoscere. Così, accade che la primavera si annunci in quell’ora che i francesi chiamavano entre chien et loup (tra il cane e il lupo, tra il crepuscolo e l’oscurità), quando i galli forcelli uscivano a darsele di santa ragione, mentre in ottobre il bosco “fioriva del giallo dei laricini e del rosso delle amanite muscarie”. Qui è difficile restare, perché la felicità non è a portata di mano ma bisogna cercarsela con fatica, e dunque a volte la via più semplice – andare altrove – diventa una scelta di vita. Ma chi nasce albero vive dov’è caduto il suo seme, e per essere felice deve arrangiarsi lì. E questo, Fausto, lo comprende bene. Voto 4,5.
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  • 3 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giuseppe Vitale

    29/01/2022
      

    Cognetti, ti fa amare la montagna e suoi abitanti, una narrazione straordinaria mai banale, da cui traspare tutto l'amare che ha per i monti. Semplicemente un bellissimo libro
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    15/01/2022
      

    Un mondo di piccole cose

    La scrittura di Paolo Cognetti è essenziale e nitida, ed essenziali sono i suoi personaggi, forse un poco monotoni perché ognuno di essi (da Fausto a Silvia, da Babette a Santorso) ha la sua precisa filosofia di vita e quella resta, i cambiamenti ci sono, ma alla fine sono solo apparenti. Se gli attori di questo libro non sono forse memorabili, lo è invece il mondo in cui vivono e in cui Cognetti ci fa immergere con la sua descrizione delle stagioni (prima fra tutte l'inverno), dei luoghi (il ristorante, il rifugio), e delle piccole cose, in cui ciascuno trova il proprio tesoro, che può essere un amore, un lavoro. E, come già nel precedente Le otto montagne, questo amalgama tra luoghi, persone e cose è perfettamente riuscito anche in questo breve ed imperfetto romanzo, che trasporta il lettore su ghiacciai e in cima ai monti.
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  • 7 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    08/12/2021
      

    Aspettative deluse

    Sono arrivato a questo libro un po' come certi personaggi di Cognetti: salendo progressivamente di quota. Dopo aver seguito una specie di percorso verticale con "Le otto montagne", "Senza mai arrivare in cima" e il documentario "Sogni di Grande Nord", ecco che si arriva ad una sorta di "plateau" ed è esattamente qui che ho incontrato "La felicità del lupo". All'ombra del Monte Rosa, il piccolo abitato di Fontane Fredde è un contenitore di microstorie che si dipanano ai piedi della montagna indifferente. Il tratto è delicato, senza sbavature stilistiche, senza cedimenti nella struttura semantica e nella costruzione formale, il tono è misurato, cadenzato, mai eccessivo; ma il libro mi è parso essenzialmente questo, un ottimo esercizio di scrittura incapace di andare oltre la sua dimensione formale. I personaggi sono piatti, ovvi; le loro storie, per quanto semplici (e questo è un pregio) sono poco più che istantanee appena accennate con protagonisti bidimensionali, scontati, per nulla approfonditi o comunque facilmente intuibili. Il tutto incastonato in un continuo e ridondante omaggio, talvolta esplicito e talaltra nascosto, a Hemingway e London, numi tutelari di una mano che mi è parsa quasi stanca e annoiata.
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  • 5 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento

    Rafael Hidalgo De La Torre

    26/11/2021
      

    L'amore di Fausto

    Questo nuovo libro di Paolo Cognetti è una bella storia d'amore. Amore tra essere solitari, Montanari o no. Amore tra fuggitivi dalla città. Ma è soprattutto amore verso la natura, verso la montagna, verso gli scrittori da lui amati: in primis, Mario Rigoni Stern di cui ci offre le patate alla Mario. Un libro piacevolissimo e di lettura agevole appassionante e passionale.
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