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La danza del Gorilla : [romanzo]

Dazieri, Sandrone

Rizzoli <casa editrice> 2019

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Disturbo dissociativo dell'identità: il Gorilla ne soffre sin da bambino e ha imparato a nascondersi e sopravvivere, almeno fino a quando qualcuno non gli ha sparato in testa, dieci anni prima. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    12/01/2020
      

    Danzare davanti allo specchio

    Si possono usare alcuni estratti del volume per comprenderne i temi sotterranei. A cominciare dal rapporto del Gorilla con Milano e ciò che ormai era diventata ai suoi occhi: “Amavo e odiavo quella troia di città. Mi era mancata e mi ripugnava”. Una città che parla di soldi ed in cui “tutti parlavano di soldi”. Il posto dove potevano avverarsi i sogni. Il capoluogo che «rinasceva» rifacendosi il look; ma anche, nelle sue parole, il “nuovo capoluogo della Calabria. La ‘ndrangheta è dentro tutto: le nuove linee della metro, la ristrutturazione dei Navigli, la BreBeMi, la tangenziale esterna...”. Soprattutto, questo è il romanzo in cui, più che altrove, il Gorilla fa i conti con sé stesso e con il Socio; ormai non solo l’alter ego ma quasi l’anima nera del protagonista. Un primo assaggio nel dialogo iniziale in cui l’amico Toku gli risponde che a vent’anni avrebbe voluto fare semplicemente il dentista e il Gorilla replica che il suo sogno era quello di fare la rivoluzione. Poi, però, “ho cominciato a lavorare per le agenzie di security, la mia visione del mondo è cambiata. Ma mi sono sentito a lungo in colpa per aver lasciato il collettivo. Poi è passato anche quello”. “Per fortuna”, replica Toku. Il bis arriva parecchie pagine dopo, in un breve colloquio con il vecchio amico Alex, cui chiede: “Cosa ci è successo?”. “Di cosa parli?”, risponde Alex. “Di quello che siamo diventati. Che cazzo ci è successo?”. La risposta è laconica e bruciante: “ Non lo so. Qualche volta me lo chiedo anch’io. Forse, semplicemente, siamo sopravvissuti”. Il terzo round è quello, forse, più devastante, durante un aspro scontro con Toku: “Il tuo Socio non esiste, piantala! No, no. Ho detto una cazzata, lui esiste. Sei tu che non esisti … Tu fingi di essere così. Cazzone, amichevole. Ma sei solo una maschera. Ogni tanto ti cade, come l’altra notte. Ma sei sempre tu, e quello vero non mi piace per niente. … Forse davvero non ti rendi conto di quello che sei, forse non vuoi, Il Socio è il tuo punto cieco, non riesci a guardarlo. Ma al posto tuo ci proverei”. Naturalmente, questo romanzo è anche la narrazione di un’indagine complicata e pericolosa, come sempre; e, come sempre, legata a quel mondo di emarginazione per cui il Gorilla ha sempre cercato di battersi e da cui ora viene addirittura trattato con ostilità. Infine, è qui che si chiudono quei conti che il destino aveva lasciato in sospeso nove anni prima.
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    Giorgio Grasso

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    13/12/2019
      

    Doppio Gorilla in una Milano buia

    Come al solito (per chi conosce ormai da vent'anni il personaggio inventato da Dazieri) le indagini svolte dal più improbabile degli investigatori, Sandrone detto Gorilla, sono svolte anche dal suo alter ego, il Socio. E il romanzo scorre via rapido, senza risparmiarci scene e dettagli piuttosto cruenti, e facendoci sprofondare nell'orrore di una Milano e hinterland raccontate nei loro anfratti più bui e pericolosi. L'intreccio giallo come sempre nei romanzi di Dazieri ha un'importanza relativa, è tutto il mondo marcio e i personaggi per lo più ai margini che fanno la storia. Un buon ritorno del Gorilla, cattivo come sempre, sempre più indistinguibile dal Socio.
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