Aga Jan è un importante mercante di tappeti e da sempre abita la casa della moschea di Senjan, di cui è anche custode. Un uomo rispettato, umile, moderato, che sa ascoltare, fedele alle sue tradizioni, che resterà il punto fermo della famiglia nonostante le sventure che la colpiranno. Attraverso le sue vicende, lo scrittore iraniano, rifugiato politico in Olanda per sfuggire alle persecuzioni del regime, ci racconta la storia del suo paese, il passaggio dallo stato filo-occidentale dello scià all'avvento della repubblica islamica, fino alla guerra con l'Iraq. Un romanzo bellissimo, uno dei più belli che ho letto quest'anno.

Le storie di una famiglia allargata che vive in una grande casa di 36 stanze, strettamente connessa alla Moschea del Venerdì di Senjan, e al mondo che ruota intorno al bazar di questa città. Dal 1969, con lo sbarco degli astronauti statunitensi sulla Luna, fino a dopo la morte di Khomeini, quindi un arco temporale di una ventina abbondante di anni, raccontati attraverso le storie private e le storie pubbliche che si intrecciano, con personaggi descritti in maniera perfetta, ognuno costituisce un piccolo quadro, con le ipocrisie, i mille tabu legati alla religione, ma anche l'impegno politico, il coraggio e la follia di un regime teocratico come quello instaurato da Khomeini. In un mondo nel quale il ruolo delle donne è spesso marginale, Kader Abdolah descrive personaggi femminili, sia positivi che negativi con una grazia e una cura che rasentano la perfezione. Un libro davvero importante, per conoscere un paese dalla storia plurimillenaria. Da notare che l'autore è scappato dall'Iran e ha ottenuto lo status di rifugiato in Olanda, e scrive in olandese, una lingua imparata da autodidatta. Chapeau!