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Jack Frusciante è uscito dal gruppo : una maestosa storia d'amore e di rock parrocchiale

Brizzi, Enrico

Baldini & Castoldi <casa editrice> 1995

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Questo romanzo, scritto da un autore diciannovenne, racconta il mondo sommerso e inquieto dei giovani nati nella seconda metà degli anni settanta ed è una specie di "affresco italiano" sul passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Il protagonista è un diciassettenne che ama i Pistols e i Red Hot Chilli Peppers e, soprattutto, una ragazza che frequenta il suo stesso liceo.
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  • Ugo Di Giammatteo

    27/12/2024
      

    Furbo e ingenuo

    È un libro, Jack Frusciante, costruito con una scaltrezza che non ti aspetti da un diciannovenne. Ci sono tanti elementi diversi, mescolati con buona tecnica narrativa e con solida strategia. L’amore è al centro della narrazione, vissuto come una specie di gioco tenero e appassionante, in cerca di una risoluzione che non arriva mai. La solitudine, le sostanze, il male di vivere dell’adolescenza irrompono periodicamente e ci riportano alla realtà più cruda. Poi c’è la musica che fa da sottofondo (da tormentone, persino) e che è l’unico aspetto che rende il libro un po’ datato. In questo Holden dei colli bolognesi, tuttavia, emerge una ingenua sincerità di fondo che lo rende simpatico e coinvolgente.
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  • 1381 / 1381 utenti hanno trovato utile questo commento

    Alessio Di Simone

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    08/05/2019
      

    Jack Frusciante è uscito dal gruppo

    Che io questo sottotitolo qua: una maestosa storia d'amore e di rock parrocchiale, non l'avevo mica letto. Non lo ricordavo, quindi può essere che la prima volta che ho letto questo romanzo avevo l'edizione quella Pocket Mondadori. Imbarazzante quella serie di libri lì, tutti testi che avevano venduto tantissimo e che per questo, nel clima culturale che vigeva nel pieno degli anni '90, dovevano essere per forza validi. Poi di questo c'era il film, anche. Imbarazzante anche il fatto che si è andati tutti a vederlo il film. Invece il romanzo è una roba nuova. Anche adesso, che si rilegge, esprime la medesima forza che dava al tempo. Nel sottogenere della controcultura spinta dai romanzi di formazione delle giovani leve questo testo ha una forza che, anni dopo, me ne rendo conto, lascia, almeno a me, assolutamente affascinato. Tutto, tutto scorre in maniera al tempo testo celebrativa e violenta. Brizzi è ancora acerbo nel suo stile che consoliderà poi con perle preziose come 'Oscar Firmian'. Sa invece già il fatto suo in quello che vuol dire raccontare un'idealizzazione di se stessi generando un archetipo per l'intera generazione del tuo tempo. Poco più tardi, con il suo secondo romanzo, Bastogne, perfezionerà persino questa sua abilità indubbia e incredibile in uno scrittore italiano. Io l'ho vista chiara, nitida e folgorante solo in lui. È questa la sua forza. Tutto ciò che precede e segue questo romanzo, nell'ambito del genere che il romanzo stesso cavalca, subisce la fascinazione della cultura degli anni passati e presenti. La rilettura della realtà, il citazionismo spinto, l'egocentrismo come sport; io queste cose le ho poi rilette mille e mille altre volte e con mille altre voce nelle cose di Santacroce, Culicchia, Pazienza, Liberatore, Ballestra. Questo genere ha rimandi e canoni illustri, chessò anche Jim entra nel campo di basket, per dirne uno, ma l'America è lontana, qui, invece, Bologna non è mai stata più vicina a qualsiasi altra città italiana. Mai.
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