La storia di due sorelle sarde che vivono a Palermo, e nella Palermo degli anni 80, 90 si oppongono alla prepotenza della mafia che vuole costruire un palazzo sopra la loro casetta in centro a Palermo. La loro è una storia di abusi e prepotenze che purtroppo non sempre hanno un lieto fine ma il libro rappresenta uno spaccato di quello che è stata, e che forse ancora è, la vita in Sicilia per chi non si piega al volere dei 'potenti'. Un libro che va letto e riletto (i proventi sono in beneficenza) anche se a volte le ricostruzioni degli eventi sono un po' troppo prolisse.

Un libro da diffondere, comprare e regalare. Non si tratta di un'inchiesta, dato che Pif e Marco Lillo si limitano a riportare i fatti raccontati dalle sorelle Pilliu riguardanti la loro lotta contro la mafia e il coraggio dimostrato in 30 anni di non cedere davanti a uno Stato spesso addormentato o sordo alle loro denunce e richieste. Si tratta di una vicenda kafkiana, come sottolineano i due autori, che ancora oggi non trova un lieto fine, anzi, le due sorelle sono costrette a pagare 22 mila euro per "solidarietà passiva", al posto della Lopedil del mafioso Lo Sicco. Questo libro ha invece come obiettivo la solidarietà attiva, donando i ricavati delle vendite alle sorelle Pilliu e cercando di fare offerente alla loro storia una cassa di risonanza abbastanza grande in modo che queste possano ottenere il più che meritato status di vittime di mafia.

Due donne, proprietarie di un immobile a Palermo, che fa gola ad un costruttore in odore di mafia, colluso, che fa carte false e cospicue bustarelle per ottenere i permessi a costruire un condominio, su un terreno che appartiene, appunto, alle due sorelle. Una battaglia legale infinita, che inizia alla fine degli anni '80, e si conclude solo nel 2018, con un risarcimento. Ma la situazione, a dir poco kafkiana, non è finita, e tra confische, mutui, finanziarie che recuperano crediti, pignoramenti bancari, l'odissea non ha fine, e lo Stato non fa una bella figura in questa vicenda.