Magari non verrà annoverato fra i migliori romanzi della serie, ma appartiene senz’altro alla più «ortodossa» tradizione; il che non è poco, se consideriamo la dubbia consistenza di quasi tutti gli ultimi episodi. Se nel romanzo “La prova decisiva” (portato sul grande schermo da Tom Criuse) Reacher aveva combattuto contro una banda di origine russa, qui lo ritroviamo nel bel mezzo di una guerra fra una banda albanese ed una ucraina, intente a spartirsi (e sottrarsi) le rispettive «zone d’influenza». Quel che i contendenti non potevano immaginare è che, alle loro spalle, ci fosse un così temibile nemico, mosso dai suoi ideali di giustizia. Ovviamente, Reacher avrà bisogno di alleati nella sua personalissima guerra e, ancora una volta, li troverà in una donna ed un paio di ex militari. Insomma, il copione non è originale se non per la specifica vicenda, ricalcando trame già abbastanza note. Quel che vi si ritrova è una ritrovata vivacità e freschezza, anche nella narrazione. Quanto basta, come dicevo, per renderlo un prodotto apprezzabile, che ci traghetta verso l’episodio successivo, con cui inizia l’annunciata collaborazione fra Lee ed Andrew Child.

Jack Reacher , ex comandante della Polizia Militare della 110^, non avendo più i rigidi vincoli della vita passata, sta girovagando senza meta precisa per gli USA. In questa avventura si trova su un autobus e grazie al suo sesto senso avverte, la possibile minaccia verso un anziano passeggero. E' per puro e per semplice spirito umanitario, che interviene in favore di quest’ultimo sventando la minaccia ma, cosi facendo si trova ancor più coinvolto nelle faccende personali dell’anziano. Quello che scopre mette in moto la sua natura militare fatta di pianificazione, strategia e azione. Lee Child non delude e se piace il personaggio principale, correte il rischio di leggerete il romanzo tutto di un fiato. Il ritmo in una veste più “combattiva” dei precedenti racconti, è costante e avvincente, catturando e spingendo il lettore sino alla fine. Buona lettura.