Gianni Celati ha cercato di rendere la qualità speciale della lingua di Jack London, con il suo carattere ritmico e percussivo, scandito in versi, stanze, canti, e con la sua fluidità, che si oppone alle forme standard del romanzo tradizionale.
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Una delle idee-chiave del lavoro di London è proprio la questione dell'appiattimento espressivo che comporta la società di massa, abituata a livellare tutto in un linguaggio anonimo e impreciso. Sin dal titolo, London parla di un richiamo dello spazio aperto, dove l'inatteso e l'accidentale sono di casa. Un richiamo che si trasforma lentamente in canto: la musica del tempo e dello spazio, del vuoto e del silenzio sotto stelle enigmatiche