Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere. “Perché vendi questa roba?” disse il piccolo principe. “E’ una grossa economia di tempo” disse il mercante. “Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti alla settimana.” “E che cosa se ne fa di questi 53 minuti?” “Se ne fa quel che si vuole...” “Io” disse il piccolo principe, “se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana...” Il Piccolo Principe, intramontabile classico della narrativa per ragazzi, insegna a cambiare punto di vista, a “guardare con altri occhi”. Per tutto il racconto il bambino, principe solitario di un piccolo asteroide, viaggia per la galassia, incontrando uomini soli, incarnazione dei difetti del mondo adulto. Il re che brama di esercitare potere su qualcuno, anche un potere blando, o praticamente inesistente, come il potere di far apparire un tramonto (solo) all’ora del tramonto. Il lampionaio, ossessionato dal dovere, che non deroga mai dal compito assegnato, neppure per scoprire qualcosa che potrebbe dargli un po’ di sollievo. Il mercante di pillole, a cui il piccolo principe ribadisce che il tempo va vissuto per fare esperienze di valore. L’avido uomo d’affari che conta incessantemente le stelle, considerate sue proprietà alla stregua di ogni bene materiale, solo perché ha pensato per primo a possederle. Il piccolo principe osserva: “Io, se possiedo un fiore, posso cogliere il mio fiore e portarlo con me. Ma tu non puoi cogliere le stelle”. “No, ma posso depositarle in banca. Scrivo su un pezzetto di carta il numero delle mie stelle e poi chiudo a chiave questo pezzetto di carta in un cassetto.” “Tutto qui? Io possiedo un fiore che annaffio tutti i giorni. È utile al mio fiore che io lo possegga. Ma tu non sei utile alle stelle…” Quando infine il piccolo principe approda sulla Terra, incontra il protagonista che ci sta raccontando la storia: un pilota, anche lui con lo sguardo offuscato dalle priorità della vita adulta, che tuttavia riesce a farsi catturare dal ragazzino dai capelli biondi, perché risveglia il bambino mai sopito dentro di lui. Si incontreranno nel deserto, simbolo dell’aridità della vita adulta, ma anche luogo di riscatto da essa. Sarà seguendo con fiducia il piccolo principe, affidandosi al suo istinto e non alla razionalità, che l’uomo troverà il pozzo di acqua fresca. E quell’acqua, con cui disseterà il ragazzino, non sarà semplice bevanda, ma simbolo della condivisione della ricerca, del prendersi carico degli altri. È sempre sulla Terra che il piccolo principe incontra la volpe, che si sente sola e minacciata e gli chiede di addomesticarla. Di diventare amici. “Non si conoscono che le cose che si addomesticano. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma non esistono mercanti di amici…” L'amicizia farà capire al piccolo principe che ciò che rende speciali le persone è il tempo e l'amore che si decide di dedicare loro. “E’ il tempo che hai dedicato alla tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Il tempo è il dono più grande. E così il piccolo principe prova nostalgia per aver lasciato la sua rosa sola nel suo asteroide, di non aver capito il bisogno di attenzione che reclamava, e decide di tornare da lei. Ma l'amicizia non si cancella: la volpe amerà il rumore del vento nel grano, che prima le era indifferente, perché le spighe dorate le ricorderanno i capelli del piccolo principe. L’uomo potrà sorridere a tutte le stelle dell'universo, immaginando il suo amico sopra una di esse. E anche il piccolo principe non si dimenticherà dell’amico: “Anch’io guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le stelle mi verseranno da bere…”

Si tratta di un classico che non ha bisogno di grandi presentazioni. Invito però ogni lettore a riscoprire questa storia in una prospettiva personale, focalizzandosi anche sui passi meno noti e meno citati: anche in quelli si possono trovare importanti spunti di riflessione. Non un libro esclusivamente per bambini.

Andrò contro corrente ma non lo considero un libro per bambini

Libro per bambini ed adulti. Ad ogni età un significato. Meraviglioso.

il piccolo principe non è assolutamente un libro esclusivamente...è una lettura per tutti: bambin, anziani, adulti e ragazzi

Un classico intramontabile. Solo un CONSIGLIO: leggetelo con molto attenzione perché anche dove sembra che sia qualcosa di estremamente semplice nasconde, in realtà, una metafora della vita o un insegnamento. Un libro che dovrebbe essere in ogni scuola del mondo.

E' stato il primo libro che mi hanno regalato appena nata. E' stato anche il primo libro che ho letto da sola. La storia di amicizia del principe e della rosa che va oltre tutti i confini mi è rimasta nel cuore