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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento12/03/2020Critica feroce e senza troppi sconti al concetto di colonialismo e conquista terrestre (è anche vero che noi scriviamo di noi stessi senza altri paragoni) dove esiste la prevaricazione e lo sfruttamento di altri esseri viventi e dell'ecosistema, senza mai rendersi conto seriamente dei danni che si fanno. Eppure questa volta la vicenda sembra non andare nel modo scontato. Il libro parla dell'ultimo periodo della conquista umana sul pianeta Athshe dove gli abitanti vengono sfruttati come se fossero schiavi fino a quando la ribellione non si fa attiva e inaspettatamente violenta. Mentre da parte degli indigeni seguiremo le vicende di Selver, capo popolo e dio nello stesso tempo con tutti i tormenti di chi deve subire dal destino un mutamento nel proprio status prendendosi addosso tutti gli oneri, dall'altro seguiamo le emozioni e decisioni di due umani su binari completamente diversi: l'antropologo Ljubov, convinto del rispetto che si deve al pianeta e ai suoi abitanti, e il capitano Davidson, in preda a una furia conquistatrice e distruttrice che niente vede e niente ascolta. Scontri ideologici che vedranno la loro conclusione in modi inaspettati. Un romanzo breve che si fa ben leggere, ma deve anche piacere una lettura in cui lo spirito della autrice è costantemente presente e chiaro, nel posizionarsi su una direttiva narratrice e si impersonifica in alcuni personaggiHai trovato utile questo commento?
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