La "guerra buona" non esiste.
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Questo studio, ricco di una documentazione unica per rigore e ampiezza, dimostra in modo inconfutabile come alla base dell'intervento militare Usa nella seconda guerra mondiale non vi fosse esclusivamente l'obiettivo di abbattere il nazi-fascismo, ma anche e soprattutto l'esigenza del capitalismo americano di rafforzare il suo sitema produttivo e la sua influenza mondiale dopo la crisi degli anni trenta. Si pongono qui le basi della globalizzazione dei nostri giorni in una linea di coerenza che attraversa la Guerra Fredda e poi la caduta dell'Urss.
Una lettura nuova, provocatoria del ruolo degli Usa nella seconda guerra mondiale, che fa comprendere meglio l'attuale dottrina della guerra preventiva e lo stesso futuro di un mondo dominato da una sola superpotenza economica e militare.
Un libro duro, coraggioso, controcorrente, già uscito in Canada, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Germania con grande successo di vendite. Nel 200 quando uscì in Belgio, il libro è stato per quattro mesi nella classifica dei berstsellers nofiction in Europa.