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Il giorno prima : [romanzo]

Chalandon, Sorj

narrativa Keller <casa editrice> 2021

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Il giovane Michel Flavent ha due miti: il primo è Michael Delaney, lo Steve McQueen del film Le 24 Ore di Le Mans, l'altro è suo fratello Jojo (Joseph), che ha scelto il carbone anziché la terra, diventando minatore a Liévin. La notte di Santo Stefano del '74 i due fratelli sfrecciano sul loro Motobécane tra le strade ghiacciate che portano ai cancelli del pozzo 3-bis. [...]
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  • 2 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Michele D'apuzzo

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    12/01/2022
      

    Sorj Chalandon padroneggia magistralmente l'arte della scrittura tanto da evidenziare un talento straordinario nel dispiegare le storie; calarsi in un suo romanzo comporta la certezza di essere toccati al cuore, stuzzicati nei sentimenti più profondi. Il giorno prima è un romanzo meraviglioso, potente e sorprendente, a metà tra ricostruzione fedele e finzione, scritto in memoria dei 42 minatori che il 27 dicembre 1974 persero drammaticamente la vita nel pozzo Saint-Aimé di Liévin-Lens. La storia si articola su due grandi filoni narrativi che fanno assumere all'opera le caratteristiche di un Romanzo sociale ma anche, visto il progressivo aumento di tensione, di un Thriller con toni che evidenziano la complessità psicologica di un dramma collettivo ma anche intimo e famigliare. Romanzo costruito su un'architettura narrativa a forte connotazione psicologica, quasi completamente basato sulla metabolizzazione e la successiva realizzazione del dolore. Eretto sulla rabbia e sul senso di colpa ma, al tempo stesso risulta pieno d'amore, arricchito da una complessa componente psicologica nel quale spiccano due personaggi femminili “non protagonisti”, delicati e coraggiosi, narrativamente memorabili.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    12/08/2021
      

    Il 43° morto

    Il 27 dicembre 1974 ci fu un tragico incidente in una miniera, a Liévin-Lens, nel nord della Francia, dove morirono 42 minatori. Sorj Chalandon all'epoca era un giornalista, assunto da poco a Libération, e rimase profondamente toccato da questo tragico evento. Il libro non è un saggio, ma un romanzo, e Chalandon inventa un personaggio, il "43° morto", Joseph Flavent, detto Jo-jo, un giovane minatore trentenne, e fa raccontare la sua storia, in prima persona, dal fratello minore di Jo-jo, Michel, che nel 1974 era un ragazzino, legatissimo al fratello maggiore. Ritroviamo Michel ormai adulto, ad un passo dalla pensione, vedovo da poco, che decide di tornare al borgo natio per la sua vendetta, e la sua espiazione. Ma non tutto è andato come si ha voluto credere. E' un libro toccante, che dona emozioni forti, mai retorico, mai banale. Uno stile di scrittura scarno fatto di frasi brevi, senza una parola di troppo. Da leggere, assolutamente.
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