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Il giardino dei Finzi-Contini

Bassani, Giorgio

narrativa Giangiacomo Feltrinelli Editore 2013

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Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come "Il giardino dei Finzi-Contini", un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    06/03/2020
      

    Profondo

    In alcuni periodi della nostra vita ci sembra che il presente possa durare per sempre. Spesso succede nell'adolescenza o nella prima fase dell'età adulta. Senza sapere bene come, iniziamo a frequentare assiduamente alcune persone che diventano il nostro tutto: parliamo con loro a fiumi, ci sembra che siano solo loro la chiave di tutto. Poi, tutto d'un tratto, scompaiono così come erano arrivate. In alcuni casi l'allontanamento è violento, il più delle volte è innocuo e lento. Solo ad anni di distanza ci si rende conto che quel qualcosa che ci univa si è irrimediabilmente rotto. Il libro di Bassani è un'istantanea di una fase della vita del protagonista. Nel prologo vengono messe sul piatto tutte le carte, sappiamo già che la storia che ci verrà raccontata è solo una parte della Storia dell'Italia della seconda guerra mondiale e, come tale, è parte di una serie di eventi tragici. Ma noi seguiamo il protagonista sul campo da tennis, lo seguiamo nei suoi dialoghi interminabili con Micol e Giampi. Lo seguiamo in un eterno presente in cui tutto ruota attorno ai Finzi-Contini. Nel suo racconto, però, c'è sempre un senso di ineluttabilità che ci lascia irrequieti, come in attesa di promesse che non vengono rispettate. La prosa di Bassani è meravigliosa e la nitidezza dei suoi personaggi indimenticabile, che lasciano poi nel lettore una sensazione di vuoto e tristezza, una volta terminato il romanzo. Le mie due scene preferite del romanzo sono due: 1) Nella prima parte del libro, Bassani descrive una scena svolta nel tempio in cui sia il protagonista, sia Micol e Alberto si ritrovano sotto il talèd per la preghiera della berahà con i rispettivi padri. Questo momento è ricco di emozione e significato, Micol e il protagonista si rivolgono sorrisi e sguardi. 2) Nella parte finale, tra il protagonista e suo padre avviene un dialogo molto sincero e affettuoso, unico nel romanzo. Il genitore rivolge dei consigli su diverse problematiche del figlio. In particolare, mi è rimasta impressa questa frase: "Ti passerà, ti passerà, e molto più presto di quanto tu non creda. Certo, mi dispiace: immagino quello che senti in questo momento. Però un pochino ti invidio, sai? Nella vita, se uno vuole capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta. E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempi davanti a sé per tirarsi su e resuscitare...
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