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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento22/10/2019
UN LIBRO CONTRO I PREGIUDIZI
Ho conosciuto Angela Nanetti nel suo libro "Mio nonno era un ciliegio", un libro per bambini profondo che affronta il tema della morte con uno sguardo che va aldilà del dolore per la perdita di una persona cara. E' una scrittrice accorta e molto attenta agli stati d'animo e ai sentimenti dei bambini. Questo libro, invece, forse young adult, è una bella prova per spiegare i pregiudizi e come possono modificare il percorso di vita delle famiglie che ne sono intrise. Temi toccanti, incrocio di storie ben fatte, traguardi da raggiungere con grande difficoltà. E' una ottima scrittrice, che affronta grandi temi di attualità con molta attenzione.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento11/07/2018
La difficile/necessaria scelta di staccarsi dalla famiglia
Il libro narra la storia, distanziata nel tempo, di uno zio e una nipote nati in un paese d'Aspromonte e che per ragioni diverse ma necessarie si trovano a staccarsi, l'uno a forza, l'altra volutamente, dalla propria famiglia e dalla propria terra, che coltivano mentalità ancestrali in cui "u ricchiuni" e "a fimmina" trovano poco spazio. Ben scritto e scorrevole, gli manca però quel quid che non ti fa dimenticare un libro per giorni, talvolta per sempre. Però lo consiglio.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento22/05/2018Nunzio ha vent'anni e "un amore riccioli neri", si chiama Antonio ma lo perderà in maniera assai più crudele di quella dell'Andrea di Fabrizio De Andrè e siccome in Aspromonte nel 1970 certe scelte di vita non sono contemplate dovrà partire ed emigrare a Londra. Qui dovrà trovare il modo di superare il suo dolore, tornare ad amare, provare a rifarsi anzi farsi una vita e trovare finalmente un posto nel mondo. Anni dopo sua nipote Annina farà la stessa strada, fuggirà da un padre che la vuole sottomessa e succube e da una madre troppo fragile per aiutarla in maniera diretta, arrivata a Londra si imbatterà quasi per caso nelle tracce di suo zio Nunzio e potrà dopo anni conoscere la storia di quel figlio, amatissimo dalla nonna paterna che lo rimpiangeva ogni giorno ma di cui nessuno parlava mai, quella nonna che forse più di tutti, anche se in maniera obliqua e ambigua, ha contribuito alla fuga di Annina verso un futuro incerto ma si spera più luminoso di quello che per lei aveva previsto il padre. Due storie di fuga quindi, di emancipazione anche, pur con le incertezze, le paure e i compromessi che i due giovani protagonisti dovranno accettare. Nunzio e Annina hanno dei lati bui, non sono completamente positivi ma proprio per questo sono autentici, che lasciarsi alle spalle la propria famiglia per costrizione o per scelta non è mai facile e imparare ad essere soli facendo conto solo su di sé lo è ancora di più.Hai trovato utile questo commento?
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