"Nei racconti della tradizione persiana c'è sempre un corvo che vola in cielo", come fosse messaggero, testimone, depositario del patrimonio di storia e cultura che Kader Abdolah porta fino a noi. Nel v.
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, di ispirazione autobiografica, il rifugiato iraniano Refid Foaq narra il viaggio della sua vita, dalla falegnameria del padre fervente musulmano che fa crescere il suo spirito curioso e ribelle, a Teheran, dove, giovane universitario, entra nella resistenza contro gli ayatollah e poi,dopo mille avventure, viene salvato in extremis dalla giovane che diventerà sua moglie, fino alla fuga con approdo in Olanda con la scommessa di una nuova identità che concili passato e presente. L'A. realizza la propria antica vocazione letteraria, con l'utilizzo della lingua che s'arricchisce di colore e ispirazione nell'incontro tra Oriente e Occidente ed in cui l'avventura propria diventa quella di un intero popolo di migranti sospeso tra due mondi, che trova nell'apertura e nello scambio la via per dare nuovi orizzonti alle proprie radici.
